domenica 1 marzo 2015

Good morning, Princess!

Io ve lo dico: abbiamo sbagliato tutto nella vita. Tutti. Nessuno escluso. Che uno a 19 anni esce da scuola e si dice "Cià, vado a studiare medicina. È la mia vocazione. Salvo vite, magari divento un luminare, faccio conferenze e avrò una bella vita agiata. Uno stipendio da capogiro, certo, ci sono le responsabilità, ma tutto sommato il gioco ne vale la candela!". Oppure "Voglio fare il notaio, studio per anni, ma poi per una firma mi ricoprono d'oro e quindi va bene tutto!". O ancora "Apro una mia attività che se mi gira bene faccio il botto!".

Ecco l'errore: police officer a Toronto. Basta avere 18 anni, essere cittadini canadesi o avere la residenza permanente, godere di buona salute ed essere moralmente a posto.

Mica anni e anni a spaccarsi la schiena sui libri.

Perché vi dico questo? Perché ogni anno questi buontemponi ontariesi pubblicano la "Sunshine list", la lista delle persone che guadagnano dai 100,000$ in su durante l'anno, e quest'anno, per la prima volta, sono stati inseriti anche i police officers. I dati sono impressionanti: un poliziotto appena assunto, può guadagnare tra gli 88,000$ e i 96,000$ lordi all'anno. APPENA ASSUNTO. Più ovviamente tutti i benefits quali assicurazione sanitaria privata, assicurazione dentistica, e tante altre belle cose. Io non so quanti poliziotti ci siano in Toronto, ma 2,983 ufficiali fanno "six figures", ovvero hanno uno stipendio sopra i 100,000$ all'anno.

E come se tutto questo non bastasse, quando ci sono dei lavori sul suolo pubblico (condomini che devono bucare un pezzo di strada, lavori alle tubature o quant'altro), le imprese sono obbligate ad avere almeno un poliziotto a supervisionare il tutto. In sostanza stanno lì e guardano, perché se qualche passante dovesse farsi male se non ci fosse un poliziotto l'assicurazione non pagherebbe. Questi lavori non vengono fatti nelle normali ore lavorative dei poliziotti, bensì come straordinari. E prendono la bellezza di 68$ all'ora. E sono obbligati ad essere pagati per almeno 3 ore. Quindi anche se dovessero farne 1 o 2 loro verrebbero comunque pagati per 3 ore, quindi 204$.

Io lo ripeto. Abbiamo sbagliato tutto. Tutti.

Qua la gente è molto arrabbiata per questa scoperta. E non li biasimo. Se si considera che la paga minima imposta per legge è di 10.25$ per ora, e che gli straordinari sono pagati una volta e mezza in più, si capisce perché l'arrabbiatura della gente!

E sempre rimanendo in tema "informazioni Canadesi", i torontoniani sono perennemente arrabbiati con la TTC, servizio di trasporto di Toronto.
Da questo mese il metro pass, l'abbonamento mensile, è aumentato da 133$ a 141$. Ora pagano una cosa come 100€ al mese per i trasporti pubblici. Che se pensiamo all'ATM è davvero caro, ma il servizio è leggermente diverso. Non solo per frequenza di subways , streetcars and buses, ma anche per orari e zone ricoperte.
Qua pagano un token (non ci sono biglietti come li intendiamo noi, ma hanno questi mini gettoni), 3$ (circa 2€), ma se ne acquisti 3 o 7 paghi 8.40$ o 19.60$ (quindi 2.8$ a token).



Io ho provato a spiegargli che si, è effettivamente un po' caro come servizio, ma che tutto sommato anche a Milano è caro uguale (a parte l'abbonamento mensile), ma fa molto più schifo. È però difficile quando davanti hai una ragazza Russa che a Mosca paga circa 0,20$ per un biglietto!

Poi a volte mi sembrano così ingenui questi canadesi, che porelli, mi verrebbe da prenderli sottobraccio e spiegargli due paroline.

Perché qua come funzionano i servizi pubblici? In subway tu per entrare o fai vedere all'omino addetto il tuo metropass, o infili il tuo token nell'apposito raccogli-tokens, o metti i tuoi 3$ sempre nel raccogli-tokens. Se l'omino non c'è o se vuoi passare dai tornelli strisci il tuo metropass o infili il token. Facile.

Sui bus o sulle streetcars, si sale solo dal davanti e stessa storia: si mostra l'abbonamento o si infilano tokens o soldi. Facile anche qua.

Il difficile arriva se tu nel tuo tragitto devi prendere subway+bus, o streetcar+ subway, o qualsiasi combinazione di più mezzi. In questo caso devi prendere il "transfert", un pezzettino di carta che serve per salire e scendere dai mezzi diversi. Non puoi tornare indietro, ovviamente, ma al massimo puoi fare un giro circolare per ritornare al punto di partenza. Sembra complicato a spiegarlo ma una volta che si capisce il funzionamento è molto semplice. Ci sono, poi, delle stazioni di subways a cui si arriva con i bus direttamente senza mai uscire dalla stazione, o si esce dalla subway senza però uscire fisicamente dai tornelli per prendere i buses. In quel caso il trasfert non serve.



Comunque, tutto sto casino per dirvi che, i miei ingenuotti, si stanno stupendo del fatto che, soprattutto sui bus ci siano persone che riescono a salire senza pagare. Perché se è vero che per salire uno dovrebbe salire solo dal davanti, è anche vero che si può scendere solo dalla porta dietro, che si apre solo dall'interno e non automaticamente. Una persona che ha il trasfert, o il metropass, teoricamente può salire anche dal retro, ma così facendo, visto che non c'è controllo, uno senza transfert o metropass può comunque salire. E i piccoli e indifesi torontoniani sono scandalizzati da questo.

A me davvero ogni tanto sembra di vivere nel paese dei Puffi. Sono così ingenui e così convinti che tutti siano onesti e che nessuno per nessuna ragione faccia qualcosa di sbagliato. Che è un bel modo di vivere e di pensarla, ma non puoi stupirti quando c'è chi fa lo sleale, dovresti metterla in conto una cosa del genere. O no?


But anyway, ieri sera sono stata per la prima volta qua a Toronto in un nightclub, con Kumiko(Japan),Ami(Japan) e Seo(Korea), un disco pub insomma, abbiamo guardato prima Raptors vs Knicks( finita 98 a 103) e poi il locale si è trasformato in una discoteca. Gente da tutte le parti. Allora anche questi torontoniani sono come noi!!



Mi sono divertita, nonostante il peggior raffreddore dei miei ultimi 29 anni (e provateci voi a capire e a farvi capire in una lingua non vostra, con la musica a palla, le orecchie tappate e la voce da trans), ho passato una serata diversa e più simile alle mie serate italiane ;)



Mi è però mancata la competenza linguistica che avrei in italiano. Perché ai 2000 "ti senti bene?" avrei risposto con un " 'gna posso fare!". Ma come lo traduci?!? Impossibile. "I can not" non è la stessa cosa.

E a proposito di questo, Mi sono avventurata in un discorso davvero troppo complicato. La differenza che in italiano abbiamo tra il "ti voglio bene" ed il "ti amo". Perché è diverso, e a me questa cosa che lo traducano solo con un "I love you" non mi piace. Anche "I like you" non vuol dire il nostro "Ti voglio bene". È proprio una sfumatura che manca nella lingua inglese. Ed è difficile spiegare che cosa sia in realtà questa differenza, perché se uno ha sempre detto "I like you" per intendere un "ti voglio bene", come gli spieghi che in italiano quel "I like you" vuol dire ancora una cosa diversa?

Poi, cosa da non sottovalutare, la musica. Elettronica, trance, techno. Insomma, ero nel mio ambiente!

Doveva esserci anche Nataliya(Russia), ma un suo amico faceva un goodbye party perché lascia Toronto. Questa è la vita di noi foreigners. Ti affezioni a qualcuno, diventa il tuo porto sicuro, la tua salvezza, ma poi se ne va, perché ritorna a casa, nel suo paese. Ho paura a pensare a quando Kumiko e Nataliya se ne andranno, perché con loro sto bene, ma so che sono "amicizie a tempo", perché prima o poi i loro visti scadranno e lasceranno il Canada. Già Ami parte, l'11 marzo lascia Toronto, per Banff, in Alberta. Ed è comunque un piccolo pezzo di questa mia esperienza che se ne va.

Comunque, oggi parlavo con Nataliya di ieri sera, e le ho detto che il posto mi è piaciuto, mi é piaciuta la musica. E lei "ma io pensavo ti piacessero cantanti come Ricky Martina, Enrique Iglesias". SCUUUUUSA?? Ahahahah. Beh, siccome anche a lei piace la musica che piace a me abbiamo deciso che se troviamo un festival o qualche serata qua a Toronto ci andiamo insieme!

Ho finito il mio corso di General English alla Hansa giovedì. Ma domani prendo il corso di preparazione dello IELTS. Ho cambiato scuola, mi sono iscritta a una molto più vicina a casa (ci vogliono circa 5 minuti a piedi), e con orari molto più compatibili con il lavoro (dal lunedì al giovedì dalle 6.30pm alle 8.30pm). Sarà sicuramente un'altra ottima occasione per conoscere persone nuove ;) Chi vivrà vedrà ;)

Oggi sono stata a Little Italy. Ritorno alle origini, insomma. E a parte che non è più la vera Little Italy, perché gran parte degli italiani si sono spostati a Nord di Toronto, ma rimane comunque un posto da vedere ;)



Ho mangiato una pizza in una pizzeria calabrese (?). Non era male, eh. Solo che mi chiedo, ma da dove ti è venuto di mettere il peperoncino nel pomodoro?!? Io non sono mai stata in Calabria, ma non ho mai nemmeno sentito di peperoncino nel pomodoro della pizza. Poi è ovvio che le persone abbiano una visione distorta del vero cibo italiano! Se anche tu, immigrato di seconda generazione, mi apri una pizzeria in cui mi metti il peperoncino nel pomodoro della margherita, ce la stiamo proprio andando a cercare! Poi magari ha ragione lui è in Calabria si usa, mi faccio da parte e chiedo alla mia calabrisella preferita ;)



Di bello è che stavano trasmettendo "La vita è bella", con i sottotitoli in inglese :) E per tutta la cena ho ascoltato canzoni italiane, spaziando da "Fuoco nel fuoco", a "Quelli che ben pensano".




Oggi ho sentito mio papà su Skype. A volte mi chiedo se viva in un mondo parallelo o se ormai si sia bruciato i neuroni con la vecchiaia. "Ma quando esci con queste persone, parli inglese?" Ora: io il giapponese non lo so, tantomeno il coreano o il russo. Loro dubito che sappiano l'italiano. Ma in che lingua vuole che parliamo? In urdu? Siamo in Canada, parlano inglese, siamo qua tutti a studiare inglese. Ma che razza di domande sono? È quel tipo di domanda che mi aspetterei da un canadese, non da mio padre.

Anche questa settimana ho ovviamente scoperto delle cose:
-Che la FIAT in Giappone è considerata auto di lusso. La FIAT. Quella che se tiri troppo forte la maniglia ti rimane in mano per dire. In Giappone costa uno sproposito.

-Che se in Italia vuoi acquistare un Mac devi mettere in conto di spendere almeno uno stipendio medio. Se quello stesso Mac lo vuoi acquistare in Brasile devi mettere in conto di spendere almeno 3 stipendi da tecnico informatico.

-Che la mia Canadesizzazione si sta evolvendo, perché se mi emoziono nel vedere le temperature vicine allo zero allora vuol dire che c'è qualcosa che non va. Perché marzo, anche se pazzerello, vuol dire che sta arrivando la primavera, non che si va in giro ancora con guanti, sciarpa, cappotto, cappello e stivali.

-Collegandomi al punto sopra, mi chiedo se questi canadesi hanno delle poesie sui mesi, come quelle che abbiamo noi. Però se le avessero mi vien da pensare che sarebbero troppo ripetitive. Perché per gennaio e febbraio sarebbe solo un neve, neve, neve. Freddo, freddo, freddo. E quindi non sarebbero così belle come le nostre.

-Che nonostante le difficoltà e il cuore spaccato in due, sto reggendo bene questi (ormai) due mesi di lontananza dal suolo italico. Probabilmente diventerò bipolare visto che passo dai momenti di euforia per l'essere qua al maledirmi perché mi manca un sacco tutto quello che per me è casa. Ma sono cose che avevo messo in conto prima di partire, che sapevo che sarebbero successe, e che tutto sommato servono a crescere. Non è mai come te lo aspetti, però. E questo è davvero difficile da gestire. Perché se è vero che prima di partire sapevo tutte queste cose, quando ti prende il momento di malinconia è sempre difficile.

-Collegandomi a questo punto, credo che per andar così lontano da casa ci voglia si coraggio, ma anche dell'incoscienza e dell'egoismo. Perché coraggio ci vuole anche a rimanere. Ma si è incoscienti ed egoisti se si va così lontani da quello che per te è casa. E non sto dicendo che questa incoscienza e questo egoismo siano negativi, anzi. Li vedo come necessari per poter affrontare un passo del genere. Perché uno pensa "Che figo! Sei dall'altra parte del mondo!". Ma mai nessuno ti dice che anche se nel posto più figo del mondo puoi sentirti davvero solo, anche in mezzo a milioni di persone. Che dovrai fare i conti con te stesso, che dovrai contare solamente su te stesso. Perché se pensavi di averlo sempre fatto capisci invece che a casa, in Italia, avevi sempre la tua famiglia e gli amici su cui appoggiarti. E quando hai 9 ore di aereo e 6 di fuso diventa davvero difficile appoggiarsi a qualcuno. Per cui senza quell'incoscienza e quell'egoismo non ce la faresti, non andresti avanti in questa pazza avventura.

-Che ormai è praticamente certo che questo non sarà il mio ultimo mese qua, che la data di ritorno è prevista per la fine di giugno/inizio luglio. E probabilmente tutta la malinconia di questa settimana è dovuta principalmente a questo. Perché uno si prepara mentalmente a star via per tre mesi, e si ritrova strada facendo a starne fuori sei. Direi che è un bel cambiamento. Pensare al 1 marzo come il "conto alla rovescia" per il ritorno per due mesi buoni, e trovarsi a vedere il 1 marzo come "il terzo dei sei mesi che starò qua". Ma anche qua, è una scelta mia. Continuo a ripetere che è la cosa migliore che io potessi fare, la decisione migliore che potessi prendere per me. Questo non toglie che sia emotivamente davvero difficile. So benissimo che quando starò facendo i bagagli per tornare a casa sarò triste, perché qua sto bene. Se solo potessi avervi tutti qua sarebbe la mia vita perfetta :) Purtroppo non è possibile e quindi si scende a compromessi ;) Ma ancora adesso continuo a pensare che non ci sia posto più giusto per me al momento. E questo è abbastanza perché io stia bene e sia in pace con me stessa ;) E poi, se esci dalla subway e trovi questo ...

...non puoi che essere in pace con te stessa! (Queste due ultime foto non sono mie. Sono due mesi che provo a fare una panoramica in Dundas Square, ma puntualmente il mio telefono si spegne. Ho deciso che è la maledizione di Dundas Square)

E per finire, per la saga "io ho solo amici normali", vi lascio con Michelangelo-Yela. Si, puoi insultarmi. E no. Non puoi uccidermi perché sono troppo lontana!! Ahahahaha!



Beccatevi questo video! A me ha fatto venire i brividi, perché Toronto è proprio così;)

1 commento:

  1. Hey sara! avevo commentato secoli fa ma, naturalmente, non mi ha pubblicato una cippa :(
    Ti leggo, e nelle tue parole ritrovo me a pochi stati di distanza da qui... nulla in confronto a te ;)
    è vero, quando sei da sola in una realtà nuova...sei da sola sul serio. è vero, hai una casa, ed è vero, le amicizie diventano la tua famiglia. Stringi legami particolari, conosci persone che non avresti mai immaginato di conoscere, realtà pazzesche. Ma è questo il bello :)
    ti mando un mega abbraccio stritolatorissimo <3
    Laura

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