lunedì 23 febbraio 2015

Ed eccomi di nuovo qua a scrivere. Un'altra settimana è passata. Ma cosa dico passata, è letteralmente volata. Ormai ho una routine qua, fatta di settimane di (duro) lavoro, di scuola alla sera e di weekend free. Anche se questa settimana ho lavorato sabato sera. :(

Anyway... È stato un weekend davvero bello.
Qua a Toronto, con tutta la neve è il freddo che c'è, che cosa si potevano inventare se non un Ice Festival?? Quest'anno è stato il decimo anniverario.
Sabato sono andata con Natalyia, my classmate from Russia, a visitare questo Ice Festival. Statue piazzate in giro per il quartiere dove vivo e una piazza che era il vero fulcro della festa: musica, banchetti con cibo e bevande, addirittura facevano un ghiacciolo al caffè al momento direttamente sulla neve! Favoloso!!











Dopo aver gironzolato per il Festival eravamo affamate, per cui, un bel Sushi All You Can Eat non ce lo ha levato nessuno!! Evviva noi!!
Abbiamo parlato un sacco, ed è strano condividere cose con una persona che fondamentalmente non conosci, ma che ti capisce, perché anche lei è qua da sola, lontana dai suoi affetti, dai suoi amici e dalla sua famiglia. È strano come si crei gruppo in queste situazioni! Ma è bello trovare queste persone perché diventano il tuo porto sicuro, la tua ancora di salvezza. Infondo, stiamo tutti vivendo le stesse difficoltà, di adattamento, scontrandoci con una nuova cultura, una nuova lingua, siamo, insomma, tutti sulla stessa barca ;)
Domenica sono andata al mall: Yorkdale Shopping Centre. Un centro commerciale in Toronto. Ovviamente, nemmeno a dirlo, enorme. All'interno c'è il più grande Apple Store del Canada, e credo che sia uno dei pochi a "vantare" la presenza di American girls, famosissimo negozio americano di bambole. Si, di bambole. Avete capito bene. Ma queste bambole non sono semplici bambole, bensì very vip! Chi si è inventati questo business è un genio: la bambina entra, ci sono bambole di tutti i colori, razze, tipi di capelli, per cui la bambola assomiglierà in modo incredibile alla giovane proprietaria, e la fortunata può comprarsi, all'interno degli store gli stessi vestiti ed accessori della sua bambola.

Non contenti, si sono inventati un servizio per ogni bisogno della bambola: ospedale, se la bambola ha qualche problema, dentista, stilista, ed ovviamente come poteva mancare il salone di bellezza??

E le bambine sono delle vere addicted di questa bambola! E così i genitori spendono centinaia e centinaia di dollari per assecondare queste bambine.

So, il pomeriggio mi sono vista con Kumiko, my classmmate from Japan. E siccome anche lei voleva andare al festival sono ritornata ;)

Dopodiché siamo andate da Tim Horton a bere un caffè, e li ha incontrato un suo amico Giapponese che era insieme ad un ragazzo Messicano. Ancora mi fa strano incontrare così tante persone da così tante parti del mondo. Eppure è favoloso, impari sempre cose nuove, perché poi tra "disperati" ci si parla e ci si aiuta ;) E così abbiamo passato il pomeriggio a chiacchierare con questo messicano mai visto prima di un mucchio di cose ;)

Poi io e Kumiko abbiamo preso la metro ed abbiamo raggiunto due sue co-worker, e insieme siamo andate a mangiare Ethiopian food. Due giapponesi, una koreana, ed un'italiana a mangiare Etiope! It's very fanny!!

A parte che il cibo etiope, che non avevo mai provato, è davvero buono!


Ho bevuto la(le) mia(mie) prima(prime) Canadian(s)

Ho ascoltato dell'ottima Jazz Music (eravamo lì perché un customer di Kumiko e delle sue co-worker suonava)


Ed ho capito che ammiro un sacco i giapponesi, i coreani ed i cinesi perché la loro lingua è davvero troppo difficile.

Il tutto per 18$ tasse incluse a testa. Circa 13€.

Ma veniamo alle cose interessanti ;) capitolo inglese. Uscire con persone reali con cui mi posso relazionare solo in inglese mi sta dando quella spinta che mi serviva ;) Ho passato due giornate con persone non italiane, che di italiano non conoscono nemmeno l'esatta collocazione nel mondo, e con cui per forza di cose ho dovuto parlare inglese.
Gli strafalcioni ci sono, eh, non crediate che io ne sia immune. Ho continuato a ripetere infervorata che la "pizza pepperoni", davvero famosa in questa parte dell'Oceano(una pizza al salame piccante in sostanza) in Italia non esiste. La pizza pepperoni non esiste, o meglio, esiste ma si chiama in un altro modo, e comunue noi ne preferiamo altre, come, per esempio, quella con su il Jam. E loro che mi guardavano disgustate. "Ma come? La pizza con il Jam?? Ma è buona?" Ed io che continuavo a ripetere che si, era buonissima. Poi per fortuna mi sono accorta che volevo dire Ham e non Jam. E li si sono anche un po' tranquillizzate sulla sanità mentale di noi italiani. Ahahahaha.

Sempre legato all'inglese, mi sono accorta che la mia mente sta cancellando cose. Che non mi ricordo ad esempio canzoncine (volevo cantare alle giapponesi la canzoncina che dice "Sayonara", ma zero, non mi veniva in mente,e non mi viene in mente nemmeno ora eh), non mi ricordo nomi (alla russa volevo dire che Carolina Kostner è una famose pattinatrice italiana, secondo voi mi sono ricordata il nome?!?). E ovviamente faccio una fatica bestiale a tradurre parole dall'inglese all'italiano. Per esempio, prima ho scritto "customer" e "co-worker" perché non mi ricordo assolutamente come si dicono queste parole in italiano. So benissimo che le conosco come parole, ma al momento non mi vengono, e sinceramente poco mi importa. So benissimo il loro significato e questo mi basta. Sarà un po' dura al ritorno non infilarci ogni tanto una parola in inglese nelle frasi perché non mi vengono in italiano, ma non è il momento di preoccuparmene ora ;)
Mi rendo conto che leggere in inglese non mi crea più così tanta fatica come anche solo un mese fa, che tranquillamente leggo e capisco il 60-70% delle parole. Per quelle che non capisco perfettamente c'è il "senso della frase" per cui sono a posto ;)
Capisco le persone quando mi parlano, a meno che non abbiano un accento pessimo o non mi parlino a duemila all'ora. Ed onestamente qua sono quasi tutti senza accento e parlano molto lentamente. O comunque, il giusto. A parte Laura -.- che quando parte a parlarmi in inglese lo fa alla velocità della luce -.-

Insomma, va tutto alla grande ;)
Scoperte della settimana:
I giapponesi, i coreani ed i cinesi sono diversi. Io che ho sempre sostenuto che sono tutti uguali mi sto ricredendo.
In alcune parti del Giappone mangiano le orche. Ed è una cosa normale. In Corea mangiano molto piccante.
In Giappone non esiste il California Roll. Per me che lo adoro è stato uno shock scoprirlo. É un po come la pizza pepperoni o le fettuccini(scritto e pronunciato proprio fettuccini) Alfredo. Una cosa che qua spacciano per very italian food ma che se lo metti in tavola ad un'italiano come minimo te lo spara in faccia! Effettivamente però con California roll potevo arrivarci eh!
E per il ciclo "sono avanti questi americani"

Ora capisco come non si tirino addosso litri di caffè mentre camminano!


P.S. So benissimo che l'Italiano è andato a farsi benedire è che probabilmente la sintassi è finita nel dimenticatoio. Scusatemi, ma dicono che sia normale quando si è immersi completamente in una nuova lingua;)

domenica 15 febbraio 2015

Ci sono...


...un brasiliano, una lettone, un indiano, una giapponese, un iraniano ed un'italiana. Potrebbe sembrare l'inizio di una barzelletta, invece è solo quello che è successo ieri sera. L'incontro tra persone totalmente diverse, provenienti da paesi totalmente diversi, e appartenenti a culture totalmente diverse. E credo che solo a Toronto, a mangiare fish and chips in un pub inglese, potessi trovare un iraniano che parla italiano perché ha studiato a Milano al Politecnico, ed ha vissuto 9 anni in Italia, prima studiando e poi lavorando.

Serata davvero piacevole, passata a chiacchierare e a conoscerci, passata a "studiarci", cercando di capire qualcosa in più su di noi, sulle nostre culture. Credo che solo qua io potessi trovarmi a discutere di Buddhismo con una giapponese :)
Serata passata a brindare con boccali di birra al grido di "Happy Valentine's day", perché qua San Valentino è una cosa seria, si festeggia ogni tipo di amore: amore per i tuoi familiari, amore per gli amici, amore per i fidanzati/mariti/mogli. Non è una festa solo per "gli innamorati", come la intendiamo noi. Ma è proprio la festa dell'amore in tutte le sue forme! E così i bambini tornano da scuola con buste piene di "Valentine's card" da parte dei compagni ;)
È freddo! Questi sono i giorni più freddi dell'anno. Come noi abbiamo i "giorni della merla", qua hanno questi giorni in cui è freddissimo. Ieri sera c'era un vento che ho avuto paura di essere spazzata via! E dire che ce ne vuole a spazzarmi via!!! Ecco: questo è il freddo che non mi piace e che credo non riuscirei a sopportare, ma una manciata di giorni all'anno sono ancora gestibili!! Credevo che l'affermazione "mi si stanno gelando anche i peli del naso" fosse, appunto, solo un'esclamazione! Qua sto imparando che può succedere!!

Questa settimana è stata davvero dura lavorativamente parlando. Ho lavorato tutti i giorni un minimo di 9 ore, e sono arrivata al weekend davvero a pezzi! Anche perché Caterina, la grande, mi sta davvero mettendo a dura prova. Sta cercando in tutti i modi di capire quale sia il limite, cercando di portarmi all'esasperazione, ma io ho deciso che non risponderò alle sue provocazioni, ignorandola quando ha i suoi momenti di sfida nei miei confronti e premiandola quando invece è tranquilla e collaborativa. Questo è quello che vogliono i suoi genitori, e questo è quello che farò. I figli non sono miei, per cui non mi interessa più di tanto come vengono cresciuti, saranno loro a fare i conti con lei quando avrà 15 anni, e magari si renderanno conto che, forse, qualche divieto in più sarebbe stato utile.
Venerdì pomeriggio, visto che erano tutti a casa, dovevamo andare al museo, il ROM, qua vicino a casa, ma quando siamo arrivati nel parcheggio una signora che lavora al museo ci ha detto che, a causa del freddo, era saltata la luce e quindi stavano facendo uscire tutti. Il Canada è anche questo. O meglio, Toronto è anche questo. Ieri sera mentre mi stavo preparando per uscire è saltata la luce anche a casa, solo per 5 minuti, ma il freddo è proprio impressionante a volte. Per cui poi venerdì alla fine siamo andati al Ontario Science Museum, dove ero andata un me setto fa con il nonno e i due bambini grandi. Appena capisco come arrivarci da sola credo che andrò a visitarlo con tranquillità un sabato o una domenica, perché merita davvero, è un museo molto interattivo ;)
Domenica scorsa sono andata a cena da Catherine, e mi ha cucinato indiano. Catherine è una ragazza dai tratti asiatici, infatti pensavo fosse cinese. Ma quando le ho chiesto come avesse imparato a cucinare indiano la sua risposta è stata "i'm from India". WHAAAAAAT?? I suoi genitori sono emigrati in India e lei è nata in India. Una cinese indiana, o un'indiana cinese. È fantastico conoscere persone nuove, perché ci sono un sacco di storie interessanti dietro ogni persona. Dopo cena abbiamo guardato una puntata di Sherlock su Netfix, un servizio tipo Sky, per dire, ma solo per film, ecco. Ho Benedetto i sottotitoli perché altrimenti non avrei capito nulla! Innanzitutto è British English, e già questo è diverso da tutto quello che ascolto qua, ma poi parlano too fast!
Al momento sono alla caffetteria della library aspettando che apra, e di fronte a me ho un giapponese che si sta addormentando sui suoi appunti!! Ciondola da una parte all'altra e ho paura che tra poco lo ritroviamo per terra!!
Domani qua è Family Day, per cui è festa. Io mi sa che andrò al museo dell'hockey con Kumiko, la ragazza giapponese. Almeno facciamo qualcosa insieme ;)
Stamattina pensavo che è la prima volta che sto lontana da casa per così tanto tempo. A Massa sono stata solo un mese, e comunque sono tornata due volte a casa per le trasferte, seppur per pochissime ore. È difficile, non nego che ci siano momenti di malinconia, e di voglia di un abbraccio, e di riuscire a spiegarmi senza dover trovare il modo di farmi capire, senza star li a pensare come dire le cose, senza dover avere la costante attenzione per quello che mi dicono. Qua ci sono giorni in cui torno a casa distrutta solo per essere andata a farmi un giro al mall. Perché l'attenzione è sempre massima, per capire cosa mi dicono, per farmi capire, per spiegarmi. Ma sono solo momenti, perché qua sto bene. Sto davvero bene e credo di aver trovato il mio posto nel mondo. Un posto fatto di gentilezza, di voglia di aiutare il prossimo, di attenzione verso il diverso. Sicuramente ci saranno anche qua gli stronzi, non lo nego, e sicuramente ne incontrerò, ma l'impressione che mi sono fatta, e quello che tutti mi dicono, è che qua lo stronzo è l'eccezione, non la regola. Qua non fanno di tutto per incularti, ma si fanno in quattro per aiutarti, senza nulla in cambio. Ed è davvero bello sentirsi parte di una comunità basata su questi principi.
Ieri ho avuto la mia prima esperienza con il servizio clienti. Il mio I-Pad aveva problemi, in pratica avevo metà schermo che vibrava. Solo metà schermo. Mai caduto, mai preso colpi, così, dal nulla, una sera metà schermo ha deciso di voler iniziare a ballare. Vado all'Apple Store, senza appuntamento, e in mezz'ora avevo il mio nuovo I-Pad in mano. Senza troppe domande, senza voler lo scontrino, né la scatola. Queste sono sicuramente cose che fanno parte di tutti gli Apple Store, non essendo azienda italiana, ma l'unica volta che per il mio I-Phone in Italia avevo bisogno di assistenza ho dovuto per forza prendere l'appuntamento nonostante io fossi in negozio. E sono andata di sabato pomeriggio, a negozio strapieno. Mi hanno detto di aspettare, e dopo nemmeno 10 minuti avevo un simpatico indiano-commesso a servirmi ;) facile, semplice, veloce.

Sempre ieri, sono entrata in un negozio dove vendono vestiti e accessori di cartoni animati, manga, fumetti. Siccome il vestitino da Grifondoro mi sembrava eccessivo sono uscita da lì con un set completo di calzini di The Lion King. Bel compromesso, insomma!

E per concludere, per la serie "pensavo di avere un nome comune E di saperlo pronunciare bene", settimana scorsa da Starbucks, prendo un caffè(ebbene si, mi sono convertita al caffè americano, con i giusti accorgimenti è persino buono), "What's your name?" "Sara, Without h". Quando mi chiamano ho dei dubbi sul rispondere o no, ma ero l'unica ad aspettare, per cui non è che potessero esserci troppi dubbi. Volevo ridere ma poi non avrei saputo come spiegare alla gentile donzella che mi ha servita il perché della mia risata, ma con il bicchiere tra le mani una sonora risata tra me e me me la sono fatta! ma la domanda che mi è sorta spontanea è stata: ma l'h, in Salam, dove l'avrebbe messa??

Ah, un'altra domanda che mi affligge, ma i piccioni, qua, parlano inglese? È per quello che quando dico "via, vai via" non si spostano di un centimetro?!?

E con questi dubbi esistenziali, vi saluto!
See you guys!!

domenica 8 febbraio 2015

Perché chi si ferma ha più vita, ma chi va ha più strade. (Francisco Gálvez)

Alla fine ho deciso di tenere un blog. Troppo casino scrivere una mail ed inoltrarla a tutti, perchè comunque non è sempre detto che quello che scrivo ad una persona per Whatsapp sia uguale a quello che scrivo ad un'altra, e quindi magari si perdono dei pezzi... Per cui, eccomi qua.

Cercherò di aggiornare almeno una volta alla settimana, spero di riuscirci e di non farmi inglobare dagli eventi (e soprattutto, dalla pigrizia).

Oggi è esattamente un mese che sono atterrata nella terra degli aceri e degli orsi. Un mese... E se da una parte mi sembra ieri che ho salutato "la delegazione dei saluti" all'entrata in aeroporto, dall'altra mi sembra passato un secolo da che sono atterrata qua.

Le giornate scorrono sempre troppo veloci. È come re-imparare a vivere. Anche solo entrare in un supermercato per comprare del latte è un'esperienza: in cartone, in busta (si, qua usano il latte in busta), al 2% di grassi, al 5%, half milk and half cream, intero, pastorizzato, parzialmente scremato... Giá in Italia la scelta tra intero-scremato-parzialmente scremato mi mandava in panico! Qua c'è da studiare "Milkologia" prima di comprare un litro di latte (che poi... Un litro... Partono dal minimo di due litri, per arrivare a quei mega contenitori di plastica che si vedono nei film). E per rimanere in tema latte, mi son sempre chiesta, guardando i Simpson, perché in mensa, durante il Lunch Break, bevessero del latte durante il pranzo. Qua è davvero così i bambini bevono il latte durante i pasti. Immaginatevi di mangiare delle buonissime polpette al sugo, o un petto di pollo, e di accompagnare tutto con il latte! Strane strane abitudini alimentari!!!

Hanno un sacco di scelta, per farvi capire, questa foto è di un Shoppers Drug Mart stores, banalmente la nostra farmacia, che però fa anche da minisupermercatino, con prodotti per l'igiene, la pulizia, qualche biscotto, patatine, drink, giornali...



Ed è solo la parte riservata ai cerotti per bambini. Perchè poi ci sono i cerotti normali, in mille formati e mille versioni e mille marche, i cerotti per le vesciche, di tutte le forme, colori, e dimensioni. È così per tutto! E immaginatevi cosa si può trovare in un supermercato, un mall.

E poi qua è tutto graaaaande! Il tubetto del dentifricio? Scordatevi il formato italiano, da quanto?? 70ml?? Mi ricordo che l'ho portato nel bagaglio a mano quando sono andata a Londra per cui non poteva superare i 100ml. Qua è tipo da 170 ml. Mi prende praticamente tutta la mano in lunghezza e mi arriva fin dopo il polso!! Per comprarmi dei cotton fioc che non fossero in quantità industriale (dai 3000 pezzi in su), sono dovuta andare nel reparto dei viaggi. Dove finalmente trovi confezioni di dimensioni umane.



E vogliamo parlare delle quantitá?? Trovare una quantitá precisa è una rarità!
Esempio:



E così anche per le mie adorate M&M's.. Mi spiegate perché 243 g? E non 250? No, perché io mica lo capisco! Infilare un paio di M&M's in più costava troppa fatica? Che poi per la mia mente malata questi numeri messi a caso mi danno un fastidio, ma un fastidio, che entrare in un supermercato senza portarmi una penna per correggere tutti i numeri è davvero difficile! Non posso assicurare che prima che io ritorni non lo faccia. Così posso anche raccontarvi aneddoti sui manicomi canadesi!!

Sempre parlando di queste M&M's, sappiate che sono la mia nuova droga. Quando tornerò in Italia mi porterò una valigia solo di queste M&M's. Peanut butter... Io ti amo!

Finalmente dopo 12 giorni ininterrotti di lavoro, ieri e oggi ho riposato. Ieri ho studiato, sono andata in piscina ed in sauna, ho sistemato la mia camera, ho fatto un giro in mezzo alla neve. Oggi sono andata in palestra, ho studiato un pochino, ho sentito mio papá su Skype, e stasera vado a casa di Catherine a mangiare: mi prepara Indian Food, Paolo e Laura mi hanno assicurato che è molto brava a cucinare indiano! In teoria dovevamo andare al cinema a vedere Imitation Game, non chiedetemi che film sia in italiano e se sia già uscito perché non so assolutamente cosa sia, ma alla fine lo spettacolo era troppo presto e Catherine aveva un "unforeseen appointment", per cui, change the plans!

So, questa è stata la settimana del mio compleanno. È stato davvero difficile essere così lontana da casa, nonostante la tecnologia ormai aiuta tantissimo, un abbraccio e un bacio a volte sono proprio necessari. Mi siete mancati, avrei voluto essere con voi, ma, come ho già scritto, è sicuramente la scelta giusta per me, per cui non sono dispiaciuta per non averlo passato li con voi, sono solo triste perché vi avrei voluti tutti qua :) c'è una leggera differenza nelle due affermazioni, e forse è anche difficile da farlo capire.

Mercoledì c'è stata una festicciola per me in casa, durante la cena. La nonna mi ha fatto una torta ed è venuta anche Catherine a mangiare. È stato piacevole, ma il pensiero che se fossi stata in Italia sarei stata quasi certamente al libra con in mano una birra non mi ha abbandonata per tutta la sera

E questi i regali:



Da Caterina e Giacomo due disegni (indovinate qual è quello di Giacomo?), da Paolo e Laura una sciarpa e dei guanti di cachemire, da nonna un mazzo di fiori e da Catherine la tazza con la mia iniziale ed un infuso. Sono stati tanto carini ;)


Venerdì c'è stata anche la festa di compleanno di Giacomo, che è stato settimana scorsa. Questo bambino ha avuto più feste di me quando ho fatto 18 anni
So, anche nel festeggiare questi americani sono matti: presente le festicciole in casa, tutti intorno ad un tavolo, qualche gioco inventato, per i più audaci una pignatta? Oppure una saletta affittata, di quelle spoglie, che se non ci metti dei festoni più che una sala per una festa sembra una classe di scuola?? Ecco, scordatevele! Qua festeggiano quasi mai in casa, ci sono posti con i gonfiabili, o posti tipo ludoteche, o, come un amichetto di Caterina, li portano tutti a vedere partite di Hockey. La festa di Giacomo è stata organizzata nella sala del condo dove viviamo. Si chiama "Recreation room". Entri e ti viene da piangere. I pochi palazzi fortunati ad avere una saletta a semidisposizione per delle feste, in Italia, hanno salette spoglie, con quelle fantastiche luci al neon. Qua una sala con un tavolo da 16 persone, un salottino con una tv grande quanto una parete, fuoco finto, cucina superaccessoriata (con tanto di forno, forno a microonde, lavastoviglie).
E poi arrivano i bambini. Orario di inizio festa: 11.45 am, orario di fine 1.30 pm. Si, perché qua le feste hanno un orario di inizio ed uno di fine. Non esiste che tu ti fermi di più di quello che c'è scritto sull'invito. E solitamente, se non specificato diversamente, tu accompagni tuo figlio al l'orario indicato e te lo vai a riprendere al l'orario di fine festa. Stop. È così e basta.
Ed è tutta una corsa contro il tempo.Il tema della festa erano i supereroi, l'orario era quello del pranzo, e quindi questi bambini hanno anche mangiato. La festa si é sviluppata così: arrivo dei bambini, che sceglievano il loro "superheroes kit", formato da una mascherina in feltro, dei polsini in feltro, ed un piatto che fungeva da scudo. Dopodiché decorazione di questo kit: a disposizione stelline di ogni forma e colore, cuori per le bambine, palline, fulmini di flash... Poi pranzo tutti a tavola. Poi il gioco di attaccare l'emblem (come si chiama in italiano??) di Batman su un Batman formato gigante attaccato al muro. Poi gioco delle scatole, prendere a pugni le scatole da cui uscivano fuori caramelle e premi. Poi torta. Poi, come le chiama la nonna, le bomboniere per gli invitati, perché qua si usa dare un pensierino a tutti gli invitati.

Tutto questo in un'ora e quarantacinque minuti. Lo ripeto: un'ora e quarantacinque minuti! Sono folli!!!

Non vi sembra che manchi qualcosa? Quel bel momento in cui il festeggiato apre i regali, ad uno ad uno, e ringrazia chi ha fatto il regalo, qua non esiste. I regali vengono aperti in separata sede, e guai a perdere il bigliettino di accompagnamento perché poi non sai a chi mandare la cartolina di ringraziamento

Passiamo alla scuola. Mi piace un sacco, mi piacciono i miei classmate ;) siamo due giapponesi, una russa, un brasiliano e me ;) Kumiko, la ragazza giapponese, ha avuto l'ultima lezione giovedì e mi dispiace ;( chissà se arriverà qualche new entry!



Quello con la camicia è l'insegnate. É un personaggio, dovreste vederlo

Intanto stiamo organizzando di vederci sabato tutti insieme per una cena è una birra
Sta forse forse iniziando la mia vita sociale? Evvai!

Qua incontri un sacco di persone con storie interessanti, che provengono da tutto il mondo, con la loro storia, la loro cultura, il loro essere persone. È incredibile. Lo sappiamo tutti, ovvio, che ci sono altri posti, che il mondo è grande, ma viverlo, vi assicuro, è tutta un'altra cosa. Non c'è il giusto o lo sbagliato, c'è il diverso. E ti rendi conto di quante cose diverse ci siano al mondo.

Non so, forse a qualcuno sembrerà presto per dirlo, ma sono già cambiata. Non sono la stessa Sara che è partita da Malpensa un mese fa. Sono una Sara più libera dai preconcetti, sono una Sara che si sta adattando a questo pazzo popolo tanto che sono in biblioteca e mi sono tolta le scarpe e qua nessuno mi guarda male, anzi. È tutto normale. Come è normale uscire in mezzo alla neve e vedere persone andare in giro con quelle che noi potremmo al massimo usare come babbucce per casa, o che "sotto la giacca niente" nonostante i -10 gradi perenni che ci sono.
Sto amando il fatto che qua sia tutto basato sulla fiducia. Lasciano a te la scelta di sbagliare o meno, ma se sbagli sei fuori, e lo sei per davvero. Qua puoi lasciare le tue cose incustodite e ritrovarle ancora al loro posto quando torni, nessuno tocca niente che non è suo. Nemmeno gli homeless, che sono davvero tanti (ma Kumiko mi ha raccontato che uno dei motivi per cui è andata via da Vancouver è che c'erano ancora più homeless che a Toronto), toccano nulla. Al massimo ti chiedono di lasciargli un po' di caffè caldo da Starbucks, ma non toccano le tue cose.

Gli homeless. Dicevo che sono tanti. Ed io non posso nemmeno pensare a cosa possa essere dormire fuori con questo freddo. Non dico che essere un senzatetto a Milano, Roma o Napoli sia bello, ma certo è che esserlo qua a Toronto è ancora peggio, perché ti mette davanti a una vita di freddo perenne. Vedi queste persone, anche giovani a volte, seduti sui loro saccapeli in mezzo alla neve, e ti viene da pensare che proprio lì, nel quartiere dove vivo e dove "vivono" questi homeless, si vede il paradosso di questa società moderna. Gli homeless seduti su un saccoapelo, per strada, al freddo. Tutti gli altri in condo con piscina, sauna e Recreation Room. È pazzesco se ci si pensa.

Ora vi saluto, fatemi sapere come state voi, perché tutti mi chiedono di me, ma anche io vorrei sapere di voi, perché mi sembra di perdermi un pezzo della vostra vita stando da questa parte dell'emisfero ;)

Vi abbraccio e vi bacio tutti.

Mancate tanto guys!!