domenica 5 aprile 2015

"Mi sembrava di essere sollevato da terra e di osservare quello spettacolo dal cielo" (Charles Dickens).

Quanto può essere scioccante per un italiano in Canada scoprire che qua Pasquetta non esiste?? Non sanno cosa siano le grigliate di Pasquetta, o le scampagnate o se è un anno fortunato la prima gita al mare. Non sanno cosa si perdono. O forse è meglio così, che voglio dire, con i 5-6 gradi di questi giorni non so quanto possa essere invitante una grigliata all'aperto!

Qua è giorno di festa Good Friday, il venerdì santo. Per cui venerdì...

NIAGARA FALLS!

Credo che ci sia solo una parola per descrivere quel posto:

A M A Z I N G!

È davvero incredibile! È uno spettacolo inspiegabile! Il rumore dell'acqua, gli schizzi che ti arrivano addosso... Non vedo l'ora che sia bel tempo per poterci tornare e fare l'escursione con il Maid of the Mist, il battello che ti porta fin sotto le cascate! Che tanto ora che sono un membro del Casino posso tornarci quando voglio a soli 7$ Round Trip.



Ma partiamo dall'inizio. Ci siamo incontrate io, Nataliya, Kumiko ed Elina a College Station, a due fermate di subway da dove abito. Avevamo prenotato con una compagnia di bus chinese, che per una qualche promozione fa viaggi a/r a Niagara Falls a 15$(prezzo pieno 35$, che rispetto alle altre compagnie è comunque buono).



Se però sei membro del Casino paghi 7$. Per cui ovviamente appena arrivate a Niagara Falls abbiamo fatto la membership card! Per cui dalla prossima volta basterà esibire la mia card e il viaggio mi costerà solo 7$. Sono una giocatrice d'azzardo certificata! E con la mia perdita di ben 5$ (ma ad un certo punto ne stavo vincendo 15, ma ho tentato il colpaccio ed ho perso tutto) ho quasi dichiarato bancarotta!! Ahahahaha!



Dopo 2 ore e mezza di pullman, in cui gli annunci venivano fatti in chinese e poi in inglese, siamo arrivate a Niagara Falls. La cosa che mi sconvolge sempre da questa parte del mondo è come riescano a valorizzare e a rendere attrattive tutte le cose naturali che hanno. Io credo che se fossero in Italia, le cascate del Niagara, sarebbero molto probabilmente recintate ed accessibili solo pagando un ticket. Un caro ticket. Che quasi sicuramente scoraggerebbe i turisti. E vogliamo parlare della manutenzione che non verrebbe fatta?!? Qua invece hanno preso queste cascatine, non tanto alte(52 mt di salto, la delusione nel rendersi conto che sono così basse è stata pari alla delusione nel vedere la Torre di Pisa), e ci hanno costruito intorno un impero. Lasciando la zona delle cascate vere e proprie incontaminata, ma costruendo una città intorno, con cose spettacolari. Hotel & motel a non finire, Casino, Hard Rock Cafe, 3D e 4D theatre movie, case degli specchi, case degli orrori, Movieland e un sacco di altre cose! Kumiko che ha vissuto a San Francisco ha detto che ci assomiglia tanto, ma forse più per i sali e scendi che ci sono! Per quello che ho potuto vedere io la paragonerei a Las Vegas. E ovviamente mica paghi per vedere le cascate! Perché mica son scemi loro: se tu vai a vede le cascate, for free, ovviamente poi mangi li, o comunque compri qualcosa li, ed ovviamente sei più ben disposto a farlo se non hai dovuto pagare nulla per vedere le cascate. E così questo grande carrozzone porta sicuramente turismo e quindi introiti.



















Anyway, passiamo alle cascate vere e proprie. Siamo arrivate dalla parte delle cascate Americane (American Falls) separate dall' Isola delle Capre (Goat Island) dalle Cascate a Velo Nuziale (Bridal Veil Falls). Quando siamo arrivate sono rimasta a bocca aperta. Lo spettacolo è incredibile, e tutto è reso ancora più incredibile dal fatto che, non facendo ancora caldo, non si sono ancora sghiacciate del tutto, per cui vedi quest'acqua cadere su blocchi di ghiaccio giganteschi.







Camminando, camminando siamo arrivate sul lato Canadese, alle cascate a Ferro di Cavallo (Horseshoe Falls, per la loro forma circolare). Se dal lato Americano sono rimasta a bocca aperta, dal lato Canadese ho perso bocca, mascella e gran parte della mia capacità di mimica facciale da quanto sono rimasta colpita. Sono davvero suggestive. Il tutto reso ancora più bello da questa nube di nebbia che stazionava in mezzo a tutta l'area (per cui le foto non rendono nemmeno la metà del grandioso spettacolo a cui ho assistito!). È davvero incredibile la natura. Quanto può essere potente e incredibile la natura? E poi il rumore dell'acqua, che scorre con davvero una potenza inimmaginabile, e gli schizzi che ti colpiscono, che ti fanno chiedere "è la pioggia o sono le cascate?"













Purtroppo, e mi dispiace, le foto non rendono.But no problem! È una di quelle cose assolutamente da vedere, credo!

Siamo poi ritornate indietro, passando sempre dal lato Americano, e riguardandole, dopo aver visto il lato Canadese, l'unica cosa che viene da dirti é "Ma che é 'sta cacata??" Ahahahahaha!

Sono stata felice di vedere le cascate con le ragazze. Perché questo é stato l'ultimo viaggio in terra canadese di Kumiko. Venerdì, infatti, lascia Toronto e inizia il suo Europe Trip ;( Mi mancherà, davvero. È proprio brutto sapere che non avrò più una Kumiko a cui rompere le balle ;(

E poi, volete mettere trovare questa locandina pubblicitaria dentro al casino?? Che visto che in Italia non se li caga più nessuno, hanno deciso di espatriare anche loro! È proprio il paese delle opportunità questo ;)



Sabato sono stata con Kumiko al Pillow Fight. Io continuo a dirlo che 'sti Americani sono pazzi! Ma è comunque un evento che si tiene in parecchie città nel mondo. Ma sono grandiosi da queste parti: dovevate vedere con quanta foga e quanto impegno si tiravano i cuscini addosso. È stato organizzato davanti al City Hall, in questa piazza davvero bella, nella sua semplicità. Toronto continua a stupirmi, e credo che lo farà sempre, perché è una città in continuo movimento. Come continua a stupirmi il suo essere così cosmopolita, così multiculturale. È una cosa davvero incredibile! Non si può nemmeno spiegare, perché é davvero troppo difficile da fare.

















Domenica sono stata a cena con Nataliya e Kumiko. Era il compleanno di Kumiko, per cui abbiamo festeggiato a nostro modo;)
Io e Nataliya abbiamo comprato una bandiera del Canada, e ci abbiamo scritto sopra il nostro pensiero per Kumiko, e delle caramelle ;)
Kumiko si è emozionata. Ha pianto, patatina! E ci ha detto che è eccitata per il suo prossimo viaggio in Europa, ma dispiaciuta è triste di lasciarci qua ;( Anche lei mancherá tanto ;)



PIRLE SETTIMANALI:

-Sono finalmente riuscita ad essere cazzona a far ridere le persone in una lingua non mia. E credetemi, credo sia davvero difficile farlo. Vuoi per la lingua in se, vuoi per questioni culturali e di background. Ma ho suscitato l'ilarità delle ragazze a Niagara Falls, e durante una lezione di questa settimana ho detto non so quale boiata delle mie e ho fatto ridere la classe intera. Mi sento molto fiera di me. Came on Sara, came on!

-Per la saga "meniamocela" durante una lezione a scuola un mio classmate ha detto in sostanza che me la cavo molto bene con la lingua, infatti si chiedeva come mai io frequentassi ancora il corso. Gli ho risposto che se per quanto riguarda la listening e la reading poteva anche avere ragione, per lo spelling ed il writing non ci sono proprio. Ed un altro mi ha detto che per passare il test dovrebbe studiare con me perché sono brava. A' rega', ma che problemi c'avete?? Ma nun lo vedete che mi arrampico sugli specchi una volta si e l'altra pure e sbaglio a coniugare anche il più semplice verbo?? E infatti il mio problema è proprio nelle due parti di test dove la grammatica, almeno un minimo, devi saperla. Ed io non la saccio!

-Ma che idea fantastica ho avuto per il regalo di compleanno-partenza di Kumiko? La voglio anche io la bandiera con le dediche. Obbligherò tutti qua a farmela, perché mi piace assai come cosa!

-fa sempre molto ridere quando lo scambio linguistico ;)



Inglese
Italiano
Russo
Giapponese
Coreano



I primi due caratteri significano "Sara", gli altri due "Maestra".

-Qua un giorno è primavera e l'altro è inverno pieno. Parlo spesso del clima, ma questo inverno troppo lungo mi sta mettendo a dura prova. Vogliamo parlarne della neve, ancora, in questi giorni? No, perché a me sinceramente ha leggermente rotto le scatole questa neve! Già la maltolleravo in Italia, in città, quelle sporadiche volte che si faceva viva, qua la sto iniziando ad odiare. E dire che il clima e il silenzio quasi irreale che c'é le notti di neve in Italia lo adoro. Qua odio anche quello ormai! Che poi qua per loro fa caldo, ma per me 5 gradi non vogliono dire primavera. Per me 5 gradi sono da giacca pesante e sciarpa, non da shorts e t-shorts. Ma qua evidentemente gli autoctoni hanno un'altra concezione di freddo, visto come vanno vestiti in giro. E, forse l'ho già detto ma mi ripeto, gli UGG non sono stivali per questo clima. Non lo sono nemmeno per l'Italia, figuriamoci qua. Sono stati inventati dagli Australiani, come può la gente pensare che possano andar bene qua??

-La DILUSIONE nello scoprire che il cioccolato Kinder ha un sapore totalmente diverso da quello italiano. E mi ha confermato la stessa cosa anche Nataliya, che mi ha detto che anche in Russia il sapore è diverso da quello canadese, più buono. Io non so come sia il cioccolato Kinder in Russia, ma so benissimo com'è quello italiano, e non è per nulla come quello che ho mangiato qua!

Io parto sempre con le migliori intenzioni di non scrivere un poema. Mi dico "non ho nulla da raccontare, non ho fatto niente", e invece man mano che scrivo esce fuori di tutto;)

Ed anche Pasqua è passata. Sento tanto la mancanza di tutto, ma Nataliya dice che il primo anno è il più duro. Io lo spero ;)

Hugs and kisses for you, guys!

I love you so much!!

domenica 29 marzo 2015

Perchè la vita, a volte, sembra il disegno di un pazzo.

Florida. La mia Florida, quello che per me è stata la Florida. Spiagge lunghe e piene di conchiglie, Oceano da scoprire, passeggiate sul bagnasciuga, vedere i Marley saltare fuori dall'acqua con la loro lunga "spada", strade grandi, grandi distanze(e davvero, quando dico grandi distanze intendo proprio grandi, credo che senza macchina sia impossibile vivere in un posto del genere), confezioni grandi. L'America è grande, è consumismo, è avere tanto di tutto. Poi ti volti, e dall'altra parte della strada c'è la povertà, ci sono le baraccopoli e persone che mendicano un pezzo di pane. Devo dire che ho visto molti meno homeless rispetto a Toronto, ma credo sia dovuto al fatto che ero in una zona ricca e turistica, molto ben tenuta e controllata.





Dieci giorni sono volati. Purtroppo? Per fortuna? Mes e mes, dai! Perché finalmente ho riacquistato una vita normale, una mia indipendenza. È stato strano tornare a "casa". È stato strano perchè ancora casa non é, ma mi mancavano i miei luoghi conosciuti, la mia camera, le mie cose, i miei amici di qua. Se penso a "casa" al momento non sento ancora che questa è casa mia, ma non sento nemmeno casa in Italia come mia. È una cosa davvero strana, difficile da spiegare. Probabilmente casa "del cuore" rimarrá sempre quella dove ci sono i miei affetti, eppure al momento non riesco a sentire nemmeno quella come casa. Chissá se è una cosa normale oppure sono io che sto piano piano impazzendo del tutto. Comunque, dicevo, mi è mancata Toronto, con le sue strade ormai familiari, con i miei punti fermi e le mie tappe quasi quotidiane. Anche se, porcaccia di quella miseriaccia, è ormai primavera, ed oggi ci sono 2 gradi (percepiti -4). Che uno parte, va in Florida, si abitua ben presto a una vita in pantaloncini e flip flop, pensa che quando torna a Toronto dopo il break possa iniziare a togliere qualche strato pesante, chessò, guanti e cappello per esempio, e invece quando atterra all'aeroporto manca poco che mi ritrovano al reparto surgelati dell'Esselunga visto che da brava BaDiMi quale sono ho ben pensato di partire in pantaloncini e maglietta a maniche corte! Un genio, insomma!

Se partire dal Pearson Airport è stato strano, atterrarci lo è stato ancora di più, perché ho fatto la stessa strada e gli stessi controlli all'immigrazione che ho fatto ormai quasi 3 mesi fa quando sono arrivata qua.
L'immigrazione. Cara è bella immigrazione. Ci siamo sparati le 3 ore e spiccioli di volo con un cagotto che la metà bastava. Perché all'aeroporto di West Palm Beach la tipa del check in continuava a chiedere imperterrita il mio Visa. Le abbiamo spiegato che essendo cittadina italiana non ho bisogno di nessun visa, ma che basta il timbro, ma lei nulla, continuava a cercare sto benedetto Visa. Eravamo in 3 a dirle la stessa cosa, ma nulla. Alla fine ha chiamato il suo superiore, che le ha confermato quello che continuavamo a dirle noi. Fatto sta che un po' ci ha destabilizzati, tanto che all'immigrazione canadese siamo arrivati stratesi, ma alla fine tutto ok.
Ancora non mi hanno espulsa da questo paese! Yeah!
Tutto questo non mi ha distratta dalla partenza e dall'atterraggio. Vedere Palm Beach scomparire sotto di noi e Toronto avvicinarsi, riconoscere il lake Ontario è il suo profilo dalle luci notturne, e pensare che è strano come la definizione di posto familiare sia così ampia :)



Quello che ho visto di questa Florida mi è piaciuto. Mi è piaciuta la gente, così aperta e cordiale. Mi è piaciuto che qua probabilmente la prima lingua è lo spagnolo, e non l'inglese, vista la grande presenza di latinoamericani. Canali tv in spagnolo, radio in spagnolo, cartelli in spagnolo. La gente in giro per la strada spesso parlava in spagnolo. Sabato pomeriggio siamo andati alla messa, io sono andata solo per curiosità verso questa messa in spagnolo e per le chiese americane. A parte una bandiera dell'America sull'altare e due maxi schermi da cui seguire i canti nulla di troppo diverso. Ma era una chiesa piccolina e sicuramente in chiese protestanti, o presbiteriane deve esserci un qualche spettacolo alla Sister Act. Indagherò in Toronto.



Sara-reporter deve documentare le stramberie di questi autoctoni! Mica sono in missione per nulla, eh!

Venerdì ho avuto la giornata libera. Cioè, ho lavorato la sera, ma durante il giorno sono potuta andare a West Palm Beach. Ho girovagato tra i negozi, ho vagato per la città, da downtown sono andata giù al lago, ed ho vagato fra il campus universitario.
Mi devo ripetere? Sembrava di essere in un telefilm. Queste università con costruzioni basse, immerse nel verde, con i vari dipartimenti. Bello. Poi tutti erano in bici. Bici e caschetto. C'era un telefilm in cui c'erano questi poliziotti, se non sbaglio a Miami, che andavano in giro in bici e caschetto. E no, non era CSI.


Universitá di Palm Beach


Adotta anche tu una Highway! Sono pazzi questi americani!


Tram di Palm Beach


Segnali stradali


L'Italia va alla grande qua!


Chiesa in downtown


Scalinata per salire al teatro


Piazzetta, in vero italian style


Lago


Bandiere.... Bandiere ovunque!


Targhe by Florida




Tamarri ne abbiamo da queste parti??


ATM drive thru. Perché complicarsi la vita, trovare parcheggio, scendere dalla macchina, solo per prelevare, quando puoi farlo comodamente dalla macchina?!? Come si fa a non amarli??


Downtown


I chips! Li ho visti ;)





City hall



la Florida è stata una bella scoperta, nonostante gli orari di lavoro disumani, nonostante non avessi i miei spazi, i miei tempi liberi e le mie cose da fare.
Mi sono sentita Homer Simpson...


...e mi sono presa una pausa da questo brutto freddo Torontoniano!








E l'ultima mattina, anche il cielo era triste, e mi ha regalato uno spettacolo di colori indescrivibile.


Tornata a Toronto ho ripreso la mia solita vita: lavoro e corso. È stato comunque piacevole ritrovare tutto.
Avrei lasciato il freddo indietro, ma non si può avere tutto dalla vita, no? Da brava genia quale sono mi sono detta "no, è primavera, io guanti e cappello non li voglio più". Peccato che io ora abbia le mani come San Francesco. E comunque, i guanti per ripicca io non li metto! Prima o poi mi dovranno tagliare le mani perché assiderate!! ;)

Ieri ho visto Kumiko e Nataliya. C'erano anche Magdalina, una ragazza Slovacca che faceva scuola con noi e Elina, la collega di Kumiko.
Siamo state in Chinatown a mangiare vietnamita.
Chinatown. È impressionante. Sembra di essere a Pechino. Tutto scritto in cinese, addirittura la stazione di polizia ha le scritte in cinese.
Sono grandiosi!


Ormai sto assaggiando cucine etniche ;) ma dopo aver letto "fried frog" non ho voluto rischiare ed ho ordinato del semplice riso fritto con pollo!
Abbiamo preso, poi, da condividere, gli involtini vietnamiti. Ti portano questi fogli di riso, che sembrano plastica, ed un recipiente di acqua caldo, dove immergerli, e poi li riempi con carne e verdure.



Per fortuna non esistono foto del dopo, perché la mia faccia deve essere stata impagabile! Troppo pepe! Volevo sputare tutto!! Ahahahaha!

Dopodiché siamo andate in un locale giapponese, e ho provato sakè e qualche altro loro intruglio.



È stato simpatico, perché all'arrivo con un grande tamburo annunciavano a tutti l'entrata, e tutti salutavano, e così all'uscita! Sono dei manga i giapponesi! Li adoro!!

E nulla. Oggi è il 29 marzo. Nei piani iniziali stasera avrei dovuto prendere un aereo per tornare a casa, e invece sono qua che organizzo la mia Pasqua ad Ottawa con Kumiko e Nataliya. È strano. Se tutto fosse andato come doveva andare domani atterrerei a Malpensa, e invece questa sera quell'aereo partirá senza di me. Tre mesi sono volati, e sono certa che voleranno anche i prossimi tre. E probabilmente lasciare tutto questo ora, quando ho trovato una mia dimensione e Ù na mia routine sarebbe stato davvero brutto. Eppure avrebbe fatto piacere ed avrebbe riscaldato il cuore sapere di tornare nei miei luoghi.

Qua è sempre tutto bello e tutto fantastico. Sto vivendo una vita nuova, e imparando una lingua. Sto capendo che si, posso farcela, e che si, sono brava in questo. Ma mi sto chiedendo se è davvero quello che voglio. Vivere lontano da tutto ciò che fino a tre mesi fa era la mia vita, perché non è facile, per nulla, non lo nascondo. Non è sempre tutto bello e tutto tranquillo. È frustrante non essere capiti, perché ancora non padroneggio la lingua a dovere. È ancora shockante vedere persone in giro con le crocs, o con quelle che forse, ma forse, in Italia useremmo come babbucce da casa, con il pelo, quando fuori ci sono -5 gradi. Che Enzo Miccio qua farebbe fortuna con il suo "Ma come ti vesti??", ma anche un bambino capirebbe che, visto il clima, forse sarebbero più appropriati degli stivali. Perché qua anche io che sono molto casual nel vestire riesco a prendermi i complimenti per come mi vesto bene. Mi viene da ridere quando me lo dicono. Ma davvero la gente la mattina si veste al buio da queste parti. Perché almeno le basi, perdio, le basi dovrebbero esserci. E invece li vedi andare in giro in modi indescrivibili. Accozzaglie di colori e di motivi inguardabili. Ed io dovrei star zitta perché ho fatto dei colori, soprattutto quelli shocking, il mio marchio di fabbrica. Ma, come italiana a quanto pare, ho il buon gusto di scegliere abbinamenti tutto sommato accettabili, non ridicoli. A volte guardo i ragazzi qua e mi dico "ridatemi quelli con i mocassini, il risvoltino e il borsello!", perché qua non ci siamo: pantaloni di quattro taglie più grandi, camice a quadrettoni, magliette extra large, ed ovviamente tutti, e dico tutti, maschi e femmine indistintamente, hanno nell'armadio almeno un capo, chessò una maglietta, una felpa, un cappello, del Canada. Vanno in giro tutti fieri con questo abbigliamento bianco e rosso con la scritta "Canada" in bella vista. In alternativa, la scritta è Toronto. Un po' come se tutti in Italia andassimo in giro con vestiti verdi, bianchi e rossi, e a Milano tutta la città con felpe e magliette con su scritto Milano. Che sono quei tipi di vestiti che si compra un turista, non uno della città, ecco. E fa parecchio strano, ecco!

E niente, tra pochi giorni saremo davvero al giro di boa. La mia esperienza qua continua, si stringono i denti e si va avanti. Senza se e senza ma. Quel che sarà, sarà. E come ho cercato di spiegare, in Inglese, a Kumiko e Nataliya, comunque vada sarà un successo! (It will be a success whatever happens, che credo sia sbagliatissimo ma rende almeno l'idea).

PERLE DELLA SETTIMANA:

-Ci sono momenti, soprattutto quando sono stanca, in cui scollego il cervello. Se lo faccio in Italia, posso comunque riuscire a cavarmela. Quando lo faccio qua, vuol dire fare colossali figure di merda. Perché se non sto attenta al 100% mi perdo i pezzi e ciao, è stato bello parlare con voi ma non ho capito un cazzo. Ieri sono riuscita a rispondere ad un "How are you?" con un "I'm twenty-nine". Il mio interlocutore deve avermi presa per rincoglionita, ma amen.

-Il mio cervello non si vuole arrendere all'idea che io stia imparando una nuova lingua. Ormai il "Yeah"(pronunciato IA) fa parte di me. "Yes" non esiste. "Yes" è per gli sfigati appena arrivati. Per cui se devo dire "si", in italiano, ormai è "Yeah". Ho iniziato a mischiare le parole. E fanno un sacco ridere! "Stefano non giampare!" (Jump+Saltare). Anche perché Jump come parola rende di più, c'è poco da fare. Ormai non considero più nemmeno troppo strana la parola "praticare" (Practice+Esercitare), che tutto sommato è corretta in italiano ma all'inizio mi faceva accapponare la pelle. E ce ne sono altri mille di esempi così. Praticamente, e lo ripeto, oltre a non sapere l'inglese, sto anche dimenticando l'italiano. Good job, Sara, good job!!

-Perché fare la solita strada, sicura, conosciuta, banale, sempre? Facciamo strade nuove, scopriamo nuove parti. E fu così che, per arrivare dal punto A al punto B, cui solitamente ci vogliono 20 minuti, ce ne ho messi tre volte tanto, passando per Budapest, Bratislava, Sydney e Seoul. Ho fatto anche una capatina a Mosca ma non mi hanno fatta entrare per via del visto. Ho sicuramente scoperto nuove parti di Toronto. Peccato che al momento io non sappia dove sono collocate nel mondo.

-Leggere le guide dell'Italia in giapponese è esilarante. Aspettate un attimo. Leggere è un parolone. Guardare gli ideogrammi in giapponese sulle guide dell'Italia è esilarante. Vedere il Duomo di Milano fa venire un colpo al cuore. È proprio vero che quando sei lontano tutto sembra più bello. Kumiko, prima di rientrare in Giappone, si fa tre settimane tra Praga, Vienna, Venezia, Milano, Firenze, Roma e Instanbul. Le mille tappe italiane sono merito mio perché ha visto delle foto e vuole assolutamente visitare l'Italia. Mi aspetto una percentuale dal ministero del turismo italiano. Per cui, se vedete una giapponesina tutto pepe per le strade milanesi non mandatela a cagare, è solo Kumiko. "Ma a Roma trovo qualcuno che parla inglese?". A Kumì, a Roma al massimo puoi trovare chi ti parla in romanaccio stretto, ma non preoccuparti che solitamente con i turisti siamo gentili e cordiali! Poi puoi unirti a uno di quei gruppi di Giapponesi con le macchine fotografiche al collo e la guida con la bandierina, per cui stai tranquilla che non ti perdi ;) Si, le ho detto Proprio così. Si,ho usato "Little flag" per tradurre bandierina. Si, devo essere radiata da questo stato e buttata in pasto agli squali della Florida. Si, probabilmente non faccio una buona pubblicità al mio paese. Ma se ripenso al "imprenditor" detto dalla guida al Teatro San Carlo a Napoli sento un brivido lungo la schiena. Imprenditor. Per tradurre imprenditore. Anche io ho tradotto una parola togliendoci la lettera finale. In terza media. Durante un'interrogazione. E non mi spaccio per guida turistica che parla l'inglese. Ma se ci ripenso mi faccio "pat pat" sulla spalla da sola per l'intraprendenza. Perché non è da tutti parlare del "romanz", che "novel" è una parola troppo inflazionata. Che poi, voglio dire. Credo che i 3/4 delle volte io mi invento le parole (eppure qua nessuno mi dice nulla, o fanno finta di capirmi, o ci azzecco, devo ancora capire quale sia la verità), ma io so di non sapere(Socrate, non amour, docet), per cui mai e poi mai mi sognerei di farmi pagare per spiegare in una lingua che non so cose ai turisti. Magari tra due o tre decenni potrei farcela, eh!

-Cari vecchi States, mi cadete sul chip del mio bancomat. Che li le carte si switchano, non si inseriscono. Per cui il mio bancomat, che va solo ed unicamente col chip, non funzionava. Pensate che bello scoprirlo nel tuo giorno libero, al centro più vicino a casa, ovvero a 40 minuti di macchina(ve l'ho detto, no, che le distanze sono impressionanti). Per fortuna, dopo la prima ora di panico, una tizia di un negozio ha semplicemente inserito i numeri della carta di credito e ha funzionato. Quindi, okey, ora sappiamo come fare, bene, bello. Spiegate voi a tutte le persone, ogni volta che dovete pagare, che la carta non va switchata ma vanno inseriti manualmente i numeri. In inglese. Che poi, ci fosse stato uno, dico, uno, che mi avesse presa subito sul serio. No, loro switchavano, mille volte, mettendo la carta nei sacchetti(ho notato che qua in Nord America è pratica molto comune quando non funzionano le carte passarle incellophanate nei sacchetti...bah!), per poi arrendersi all'idea che si, non ero scema, non volevo fargli perdere del tempo inserendo i numeri a mano, ma era l'unico modo in cui funzionava. Mi sono resa conto che qua, inteso come Nord America, non sono molto aperti alle eccezioni. Che è una cosa bellissima e giustissima in un sacco di ambiti, ma non sempre. Se per loro la procedura è quella, non c'è nulla da fare, fanno quella. Per poi perdere il triplo del tempo perché finiscono di far la cosa che tu dall'inizio gli avevi detto. E va beh, nonostante tutto io li amo comunque.

-Ho accidentalmente smarrito i miei auricolari. Okey. La verità è che sono una cogliona e li ho lasciati in Florida. Per cui il giorno dopo che siamo tornati dalla Florida sono andata all'Apple Store a comprarne degli altri. Prendo gli auricolari, mi avvicino al tipino con la macchinetta, e mi dice che se ho un I-Phone posso pagare con quello. Credo che mi sia caduta la mascella da quanto ho aperto la bocca, e lui se ne è accorto perché mi ha chiesto se fossi canadese. In realtà intendeva dire che potevo pagare con l'account dell'Apple Store del telefono. Ma a parte questo. Al mio "No, non sono canadese", sono seguite le solite domande "Di dove sei? Cosa ci fai qui? Da quanto? Per quanto?". Qua è abbastanza normale questo tipo di domanda. Infondo sono tutti immigrati, o figli di immigrati. E niente, tutto questo preambolo per dire che, quanto si può gongolare quando un canadese, ti scambia per canadese, e ti dice che hai un ottimo inglese? Giuro che non ci stava provando. Giuro che non ha cercato di vendermi mezzo negozio dopo avermi detto questa cosa. Giuro che é successo davvero e non me lo sono sognato. E andiamo, che piano piano ce la facciamo!!

Ed anche per questa settimana vi saluto.
Quell'aereo è partito, e a quanto pare io non l'ho preso.
Ma non preoccupatevi, see you soon!
Vi stritolo forte, da qua!