domenica 8 febbraio 2015

Perché chi si ferma ha più vita, ma chi va ha più strade. (Francisco Gálvez)

Alla fine ho deciso di tenere un blog. Troppo casino scrivere una mail ed inoltrarla a tutti, perchè comunque non è sempre detto che quello che scrivo ad una persona per Whatsapp sia uguale a quello che scrivo ad un'altra, e quindi magari si perdono dei pezzi... Per cui, eccomi qua.

Cercherò di aggiornare almeno una volta alla settimana, spero di riuscirci e di non farmi inglobare dagli eventi (e soprattutto, dalla pigrizia).

Oggi è esattamente un mese che sono atterrata nella terra degli aceri e degli orsi. Un mese... E se da una parte mi sembra ieri che ho salutato "la delegazione dei saluti" all'entrata in aeroporto, dall'altra mi sembra passato un secolo da che sono atterrata qua.

Le giornate scorrono sempre troppo veloci. È come re-imparare a vivere. Anche solo entrare in un supermercato per comprare del latte è un'esperienza: in cartone, in busta (si, qua usano il latte in busta), al 2% di grassi, al 5%, half milk and half cream, intero, pastorizzato, parzialmente scremato... Giá in Italia la scelta tra intero-scremato-parzialmente scremato mi mandava in panico! Qua c'è da studiare "Milkologia" prima di comprare un litro di latte (che poi... Un litro... Partono dal minimo di due litri, per arrivare a quei mega contenitori di plastica che si vedono nei film). E per rimanere in tema latte, mi son sempre chiesta, guardando i Simpson, perché in mensa, durante il Lunch Break, bevessero del latte durante il pranzo. Qua è davvero così i bambini bevono il latte durante i pasti. Immaginatevi di mangiare delle buonissime polpette al sugo, o un petto di pollo, e di accompagnare tutto con il latte! Strane strane abitudini alimentari!!!

Hanno un sacco di scelta, per farvi capire, questa foto è di un Shoppers Drug Mart stores, banalmente la nostra farmacia, che però fa anche da minisupermercatino, con prodotti per l'igiene, la pulizia, qualche biscotto, patatine, drink, giornali...



Ed è solo la parte riservata ai cerotti per bambini. Perchè poi ci sono i cerotti normali, in mille formati e mille versioni e mille marche, i cerotti per le vesciche, di tutte le forme, colori, e dimensioni. È così per tutto! E immaginatevi cosa si può trovare in un supermercato, un mall.

E poi qua è tutto graaaaande! Il tubetto del dentifricio? Scordatevi il formato italiano, da quanto?? 70ml?? Mi ricordo che l'ho portato nel bagaglio a mano quando sono andata a Londra per cui non poteva superare i 100ml. Qua è tipo da 170 ml. Mi prende praticamente tutta la mano in lunghezza e mi arriva fin dopo il polso!! Per comprarmi dei cotton fioc che non fossero in quantità industriale (dai 3000 pezzi in su), sono dovuta andare nel reparto dei viaggi. Dove finalmente trovi confezioni di dimensioni umane.



E vogliamo parlare delle quantitá?? Trovare una quantitá precisa è una rarità!
Esempio:



E così anche per le mie adorate M&M's.. Mi spiegate perché 243 g? E non 250? No, perché io mica lo capisco! Infilare un paio di M&M's in più costava troppa fatica? Che poi per la mia mente malata questi numeri messi a caso mi danno un fastidio, ma un fastidio, che entrare in un supermercato senza portarmi una penna per correggere tutti i numeri è davvero difficile! Non posso assicurare che prima che io ritorni non lo faccia. Così posso anche raccontarvi aneddoti sui manicomi canadesi!!

Sempre parlando di queste M&M's, sappiate che sono la mia nuova droga. Quando tornerò in Italia mi porterò una valigia solo di queste M&M's. Peanut butter... Io ti amo!

Finalmente dopo 12 giorni ininterrotti di lavoro, ieri e oggi ho riposato. Ieri ho studiato, sono andata in piscina ed in sauna, ho sistemato la mia camera, ho fatto un giro in mezzo alla neve. Oggi sono andata in palestra, ho studiato un pochino, ho sentito mio papá su Skype, e stasera vado a casa di Catherine a mangiare: mi prepara Indian Food, Paolo e Laura mi hanno assicurato che è molto brava a cucinare indiano! In teoria dovevamo andare al cinema a vedere Imitation Game, non chiedetemi che film sia in italiano e se sia già uscito perché non so assolutamente cosa sia, ma alla fine lo spettacolo era troppo presto e Catherine aveva un "unforeseen appointment", per cui, change the plans!

So, questa è stata la settimana del mio compleanno. È stato davvero difficile essere così lontana da casa, nonostante la tecnologia ormai aiuta tantissimo, un abbraccio e un bacio a volte sono proprio necessari. Mi siete mancati, avrei voluto essere con voi, ma, come ho già scritto, è sicuramente la scelta giusta per me, per cui non sono dispiaciuta per non averlo passato li con voi, sono solo triste perché vi avrei voluti tutti qua :) c'è una leggera differenza nelle due affermazioni, e forse è anche difficile da farlo capire.

Mercoledì c'è stata una festicciola per me in casa, durante la cena. La nonna mi ha fatto una torta ed è venuta anche Catherine a mangiare. È stato piacevole, ma il pensiero che se fossi stata in Italia sarei stata quasi certamente al libra con in mano una birra non mi ha abbandonata per tutta la sera

E questi i regali:



Da Caterina e Giacomo due disegni (indovinate qual è quello di Giacomo?), da Paolo e Laura una sciarpa e dei guanti di cachemire, da nonna un mazzo di fiori e da Catherine la tazza con la mia iniziale ed un infuso. Sono stati tanto carini ;)


Venerdì c'è stata anche la festa di compleanno di Giacomo, che è stato settimana scorsa. Questo bambino ha avuto più feste di me quando ho fatto 18 anni
So, anche nel festeggiare questi americani sono matti: presente le festicciole in casa, tutti intorno ad un tavolo, qualche gioco inventato, per i più audaci una pignatta? Oppure una saletta affittata, di quelle spoglie, che se non ci metti dei festoni più che una sala per una festa sembra una classe di scuola?? Ecco, scordatevele! Qua festeggiano quasi mai in casa, ci sono posti con i gonfiabili, o posti tipo ludoteche, o, come un amichetto di Caterina, li portano tutti a vedere partite di Hockey. La festa di Giacomo è stata organizzata nella sala del condo dove viviamo. Si chiama "Recreation room". Entri e ti viene da piangere. I pochi palazzi fortunati ad avere una saletta a semidisposizione per delle feste, in Italia, hanno salette spoglie, con quelle fantastiche luci al neon. Qua una sala con un tavolo da 16 persone, un salottino con una tv grande quanto una parete, fuoco finto, cucina superaccessoriata (con tanto di forno, forno a microonde, lavastoviglie).
E poi arrivano i bambini. Orario di inizio festa: 11.45 am, orario di fine 1.30 pm. Si, perché qua le feste hanno un orario di inizio ed uno di fine. Non esiste che tu ti fermi di più di quello che c'è scritto sull'invito. E solitamente, se non specificato diversamente, tu accompagni tuo figlio al l'orario indicato e te lo vai a riprendere al l'orario di fine festa. Stop. È così e basta.
Ed è tutta una corsa contro il tempo.Il tema della festa erano i supereroi, l'orario era quello del pranzo, e quindi questi bambini hanno anche mangiato. La festa si é sviluppata così: arrivo dei bambini, che sceglievano il loro "superheroes kit", formato da una mascherina in feltro, dei polsini in feltro, ed un piatto che fungeva da scudo. Dopodiché decorazione di questo kit: a disposizione stelline di ogni forma e colore, cuori per le bambine, palline, fulmini di flash... Poi pranzo tutti a tavola. Poi il gioco di attaccare l'emblem (come si chiama in italiano??) di Batman su un Batman formato gigante attaccato al muro. Poi gioco delle scatole, prendere a pugni le scatole da cui uscivano fuori caramelle e premi. Poi torta. Poi, come le chiama la nonna, le bomboniere per gli invitati, perché qua si usa dare un pensierino a tutti gli invitati.

Tutto questo in un'ora e quarantacinque minuti. Lo ripeto: un'ora e quarantacinque minuti! Sono folli!!!

Non vi sembra che manchi qualcosa? Quel bel momento in cui il festeggiato apre i regali, ad uno ad uno, e ringrazia chi ha fatto il regalo, qua non esiste. I regali vengono aperti in separata sede, e guai a perdere il bigliettino di accompagnamento perché poi non sai a chi mandare la cartolina di ringraziamento

Passiamo alla scuola. Mi piace un sacco, mi piacciono i miei classmate ;) siamo due giapponesi, una russa, un brasiliano e me ;) Kumiko, la ragazza giapponese, ha avuto l'ultima lezione giovedì e mi dispiace ;( chissà se arriverà qualche new entry!



Quello con la camicia è l'insegnate. É un personaggio, dovreste vederlo

Intanto stiamo organizzando di vederci sabato tutti insieme per una cena è una birra
Sta forse forse iniziando la mia vita sociale? Evvai!

Qua incontri un sacco di persone con storie interessanti, che provengono da tutto il mondo, con la loro storia, la loro cultura, il loro essere persone. È incredibile. Lo sappiamo tutti, ovvio, che ci sono altri posti, che il mondo è grande, ma viverlo, vi assicuro, è tutta un'altra cosa. Non c'è il giusto o lo sbagliato, c'è il diverso. E ti rendi conto di quante cose diverse ci siano al mondo.

Non so, forse a qualcuno sembrerà presto per dirlo, ma sono già cambiata. Non sono la stessa Sara che è partita da Malpensa un mese fa. Sono una Sara più libera dai preconcetti, sono una Sara che si sta adattando a questo pazzo popolo tanto che sono in biblioteca e mi sono tolta le scarpe e qua nessuno mi guarda male, anzi. È tutto normale. Come è normale uscire in mezzo alla neve e vedere persone andare in giro con quelle che noi potremmo al massimo usare come babbucce per casa, o che "sotto la giacca niente" nonostante i -10 gradi perenni che ci sono.
Sto amando il fatto che qua sia tutto basato sulla fiducia. Lasciano a te la scelta di sbagliare o meno, ma se sbagli sei fuori, e lo sei per davvero. Qua puoi lasciare le tue cose incustodite e ritrovarle ancora al loro posto quando torni, nessuno tocca niente che non è suo. Nemmeno gli homeless, che sono davvero tanti (ma Kumiko mi ha raccontato che uno dei motivi per cui è andata via da Vancouver è che c'erano ancora più homeless che a Toronto), toccano nulla. Al massimo ti chiedono di lasciargli un po' di caffè caldo da Starbucks, ma non toccano le tue cose.

Gli homeless. Dicevo che sono tanti. Ed io non posso nemmeno pensare a cosa possa essere dormire fuori con questo freddo. Non dico che essere un senzatetto a Milano, Roma o Napoli sia bello, ma certo è che esserlo qua a Toronto è ancora peggio, perché ti mette davanti a una vita di freddo perenne. Vedi queste persone, anche giovani a volte, seduti sui loro saccapeli in mezzo alla neve, e ti viene da pensare che proprio lì, nel quartiere dove vivo e dove "vivono" questi homeless, si vede il paradosso di questa società moderna. Gli homeless seduti su un saccoapelo, per strada, al freddo. Tutti gli altri in condo con piscina, sauna e Recreation Room. È pazzesco se ci si pensa.

Ora vi saluto, fatemi sapere come state voi, perché tutti mi chiedono di me, ma anche io vorrei sapere di voi, perché mi sembra di perdermi un pezzo della vostra vita stando da questa parte dell'emisfero ;)

Vi abbraccio e vi bacio tutti.

Mancate tanto guys!!

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