tag:blogger.com,1999:blog-35751904960733577262024-03-12T19:14:26.905-07:00Canadian StyleLa mia vita nella terra degli orsi e delle foglie d'aceroUnknownnoreply@blogger.comBlogger8125tag:blogger.com,1999:blog-3575190496073357726.post-39931168078418412482015-04-05T21:42:00.000-07:002015-04-06T19:45:26.451-07:00 "Mi sembrava di essere sollevato da terra e di osservare quello spettacolo dal cielo" (Charles Dickens). Quanto può essere scioccante per un italiano in Canada scoprire che qua Pasquetta non esiste?? Non sanno cosa siano le grigliate di Pasquetta, o le scampagnate o se è un anno fortunato la prima gita al mare. Non sanno cosa si perdono. O forse è meglio così, che voglio dire, con i 5-6 gradi di questi giorni non so quanto possa essere invitante una grigliata all'aperto!
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Qua è giorno di festa Good Friday, il venerdì santo. Per cui venerdì...
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<b>NIAGARA FALLS!</b>
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Credo che ci sia solo una parola per descrivere quel posto:
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<b>A M A Z I N G!</b>
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È davvero incredibile! È uno spettacolo inspiegabile! Il rumore dell'acqua, gli schizzi che ti arrivano addosso... Non vedo l'ora che sia bel tempo per poterci tornare e fare l'escursione con il Maid of the Mist, il battello che ti porta fin sotto le cascate! Che tanto ora che sono un membro del Casino posso tornarci quando voglio a soli 7$ Round Trip.
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Ma partiamo dall'inizio. Ci siamo incontrate io, Nataliya, Kumiko ed Elina a College Station, a due fermate di subway da dove abito. Avevamo prenotato con una compagnia di bus chinese, che per una qualche promozione fa viaggi a/r a Niagara Falls a 15$(prezzo pieno 35$, che rispetto alle altre compagnie è comunque buono).
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Se però sei membro del Casino paghi 7$. Per cui ovviamente appena arrivate a Niagara Falls abbiamo fatto la membership card! Per cui dalla prossima volta basterà esibire la mia card e il viaggio mi costerà solo 7$. Sono una giocatrice d'azzardo certificata! E con la mia perdita di ben 5$ (ma ad un certo punto ne stavo vincendo 15, ma ho tentato il colpaccio ed ho perso tutto) ho quasi dichiarato bancarotta!! Ahahahaha!
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Dopo 2 ore e mezza di pullman, in cui gli annunci venivano fatti in chinese e poi in inglese, siamo arrivate a Niagara Falls. La cosa che mi sconvolge sempre da questa parte del mondo è come riescano a valorizzare e a rendere attrattive tutte le cose naturali che hanno. Io credo che se fossero in Italia, le cascate del Niagara, sarebbero molto probabilmente recintate ed accessibili solo pagando un ticket. Un caro ticket. Che quasi sicuramente scoraggerebbe i turisti. E vogliamo parlare della manutenzione che non verrebbe fatta?!? Qua invece hanno preso queste cascatine, non tanto alte(52 mt di salto, la delusione nel rendersi conto che sono così basse è stata pari alla delusione nel vedere la Torre di Pisa), e ci hanno costruito intorno un impero. Lasciando la zona delle cascate vere e proprie incontaminata, ma costruendo una città intorno, con cose spettacolari. Hotel & motel a non finire, Casino, Hard Rock Cafe, 3D e 4D theatre movie, case degli specchi, case degli orrori, Movieland e un sacco di altre cose! Kumiko che ha vissuto a San Francisco ha detto che ci assomiglia tanto, ma forse più per i sali e scendi che ci sono! Per quello che ho potuto vedere io la paragonerei a Las Vegas. E ovviamente mica paghi per vedere le cascate! Perché mica son scemi loro: se tu vai a vede le cascate, for free, ovviamente poi mangi li, o comunque compri qualcosa li, ed ovviamente sei più ben disposto a farlo se non hai dovuto pagare nulla per vedere le cascate. E così questo grande carrozzone porta sicuramente turismo e quindi introiti.
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Anyway, passiamo alle cascate vere e proprie. Siamo arrivate dalla parte delle cascate Americane (American Falls) separate dall' Isola delle Capre (Goat Island) dalle Cascate a Velo Nuziale (Bridal Veil Falls). Quando siamo arrivate sono rimasta a bocca aperta. Lo spettacolo è incredibile, e tutto è reso ancora più incredibile dal fatto che, non facendo ancora caldo, non si sono ancora sghiacciate del tutto, per cui vedi quest'acqua cadere su blocchi di ghiaccio giganteschi.
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Camminando, camminando siamo arrivate sul lato Canadese, alle cascate a Ferro di Cavallo (Horseshoe Falls, per la loro forma circolare). Se dal lato Americano sono rimasta a bocca aperta, dal lato Canadese ho perso bocca, mascella e gran parte della mia capacità di mimica facciale da quanto sono rimasta colpita. Sono davvero suggestive. Il tutto reso ancora più bello da questa nube di nebbia che stazionava in mezzo a tutta l'area (per cui le foto non rendono nemmeno la metà del grandioso spettacolo a cui ho assistito!). È davvero incredibile la natura. Quanto può essere potente e incredibile la natura? E poi il rumore dell'acqua, che scorre con davvero una potenza inimmaginabile, e gli schizzi che ti colpiscono, che ti fanno chiedere "è la pioggia o sono le cascate?"
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Purtroppo, e mi dispiace, le foto non rendono.But no problem! È una di quelle cose assolutamente da vedere, credo!
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Siamo poi ritornate indietro, passando sempre dal lato Americano, e riguardandole, dopo aver visto il lato Canadese, l'unica cosa che viene da dirti é "Ma che é 'sta cacata??" Ahahahahaha!
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Sono stata felice di vedere le cascate con le ragazze. Perché questo é stato l'ultimo viaggio in terra canadese di Kumiko. Venerdì, infatti, lascia Toronto e inizia il suo Europe Trip ;( Mi mancherà, davvero. È proprio brutto sapere che non avrò più una Kumiko a cui rompere le balle ;(
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E poi, volete mettere trovare questa locandina pubblicitaria dentro al casino?? Che visto che in Italia non se li caga più nessuno, hanno deciso di espatriare anche loro! È proprio il paese delle opportunità questo ;)
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Sabato sono stata con Kumiko al Pillow Fight. Io continuo a dirlo che 'sti Americani sono pazzi! Ma è comunque un evento che si tiene in parecchie città nel mondo. Ma sono grandiosi da queste parti: dovevate vedere con quanta foga e quanto impegno si tiravano i cuscini addosso. È stato organizzato davanti al City Hall, in questa piazza davvero bella, nella sua semplicità. Toronto continua a stupirmi, e credo che lo farà sempre, perché è una città in continuo movimento. Come continua a stupirmi il suo essere così cosmopolita, così multiculturale. È una cosa davvero incredibile! Non si può nemmeno spiegare, perché é davvero troppo difficile da fare.
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Domenica sono stata a cena con Nataliya e Kumiko. Era il compleanno di Kumiko, per cui abbiamo festeggiato a nostro modo;)
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Io e Nataliya abbiamo comprato una bandiera del Canada, e ci abbiamo scritto sopra il nostro pensiero per Kumiko, e delle caramelle ;)
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Kumiko si è emozionata. Ha pianto, patatina! E ci ha detto che è eccitata per il suo prossimo viaggio in Europa, ma dispiaciuta è triste di lasciarci qua ;( Anche lei mancherá tanto ;)
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PIRLE SETTIMANALI:
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-Sono finalmente riuscita <strike>ad essere cazzona</strike> a far ridere le persone in una lingua non mia. E credetemi, credo sia davvero difficile farlo. Vuoi per la lingua in se, vuoi per questioni culturali e di background. Ma ho suscitato l'ilarità delle ragazze a Niagara Falls, e durante una lezione di questa settimana ho detto non so quale boiata delle mie e ho fatto ridere la classe intera. Mi sento molto fiera di me. Came on Sara, came on!
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-Per la saga "meniamocela" durante una lezione a scuola un mio classmate ha detto in sostanza che me la cavo molto bene con la lingua, infatti si chiedeva come mai io frequentassi ancora il corso. Gli ho risposto che se per quanto riguarda la listening e la reading poteva anche avere ragione, per lo spelling ed il writing non ci sono proprio. Ed un altro mi ha detto che per passare il test dovrebbe studiare con me perché sono brava. A' rega', ma che problemi c'avete?? Ma nun lo vedete che mi arrampico sugli specchi una volta si e l'altra pure e sbaglio a coniugare anche il più semplice verbo?? E infatti il mio problema è proprio nelle due parti di test dove la grammatica, almeno un minimo, devi saperla. Ed io non la saccio!
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-Ma che idea fantastica ho avuto per il regalo di compleanno-partenza di Kumiko? La voglio anche io la bandiera con le dediche. Obbligherò tutti qua a farmela, perché mi piace assai come cosa!
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-fa sempre molto ridere quando lo scambio linguistico ;)
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Inglese
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Italiano
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Russo
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Giapponese
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Coreano
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I primi due caratteri significano "Sara", gli altri due "Maestra".
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-Qua un giorno è primavera e l'altro è inverno pieno. Parlo spesso del clima, ma questo inverno troppo lungo mi sta mettendo a dura prova. Vogliamo parlarne della neve, ancora, in questi giorni? No, perché a me sinceramente ha leggermente rotto le scatole questa neve! Già la maltolleravo in Italia, in città, quelle sporadiche volte che si faceva viva, qua la sto iniziando ad odiare. E dire che il clima e il silenzio quasi irreale che c'é le notti di neve in Italia lo adoro. Qua odio anche quello ormai! Che poi qua per loro fa caldo, ma per me 5 gradi non vogliono dire primavera. Per me 5 gradi sono da giacca pesante e sciarpa, non da shorts e t-shorts. Ma qua evidentemente gli autoctoni hanno un'altra concezione di freddo, visto come vanno vestiti in giro. E, forse l'ho già detto ma mi ripeto, gli UGG non sono stivali per questo clima. Non lo sono nemmeno per l'Italia, figuriamoci qua. Sono stati inventati dagli Australiani, come può la gente pensare che possano andar bene qua??
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-La DILUSIONE nello scoprire che il cioccolato Kinder ha un sapore totalmente diverso da quello italiano. E mi ha confermato la stessa cosa anche Nataliya, che mi ha detto che anche in Russia il sapore è diverso da quello canadese, più buono. Io non so come sia il cioccolato Kinder in Russia, ma so benissimo com'è quello italiano, e non è per nulla come quello che ho mangiato qua!
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Io parto sempre con le migliori intenzioni di non scrivere un poema. Mi dico "non ho nulla da raccontare, non ho fatto niente", e invece man mano che scrivo esce fuori di tutto;)
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Ed anche Pasqua è passata. Sento tanto la mancanza di tutto, ma Nataliya dice che il primo anno è il più duro. Io lo spero ;)
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Hugs and kisses for you, guys!
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I love you so much!!Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3575190496073357726.post-90387378619022195242015-03-29T20:54:00.000-07:002015-03-29T21:16:25.356-07:00Perchè la vita, a volte, sembra il disegno di un pazzo.Florida. La mia Florida, quello che per me è stata la Florida. Spiagge lunghe e piene di conchiglie, Oceano da scoprire, passeggiate sul bagnasciuga, vedere i Marley saltare fuori dall'acqua con la loro lunga "spada", strade grandi, grandi distanze(e davvero, quando dico grandi distanze intendo proprio grandi, credo che senza macchina sia impossibile vivere in un posto del genere), confezioni grandi. L'America è grande, è consumismo, è avere tanto di tutto. Poi ti volti, e dall'altra parte della strada c'è la povertà, ci sono le baraccopoli e persone che mendicano un pezzo di pane. Devo dire che ho visto molti meno homeless rispetto a Toronto, ma credo sia dovuto al fatto che ero in una zona ricca e turistica, molto ben tenuta e controllata.
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Dieci giorni sono volati. Purtroppo? Per fortuna? Mes e mes, dai! Perché finalmente ho riacquistato una vita normale, una mia indipendenza. È stato strano tornare a "casa". È stato strano perchè ancora casa non é, ma mi mancavano i miei luoghi conosciuti, la mia camera, le mie cose, i miei amici di qua. Se penso a "casa" al momento non sento ancora che questa è casa mia, ma non sento nemmeno casa in Italia come mia. È una cosa davvero strana, difficile da spiegare. Probabilmente casa "del cuore" rimarrá sempre quella dove ci sono i miei affetti, eppure al momento non riesco a sentire nemmeno quella come casa. Chissá se è una cosa normale oppure sono io che sto piano piano impazzendo del tutto. Comunque, dicevo, mi è mancata Toronto, con le sue strade ormai familiari, con i miei punti fermi e le mie tappe quasi quotidiane. Anche se, porcaccia di quella miseriaccia, è ormai primavera, ed oggi ci sono 2 gradi (percepiti -4). Che uno parte, va in Florida, si abitua ben presto a una vita in pantaloncini e flip flop, pensa che quando torna a Toronto dopo il break possa iniziare a togliere qualche strato pesante, chessò, guanti e cappello per esempio, e invece quando atterra all'aeroporto manca poco che mi ritrovano al reparto surgelati dell'Esselunga visto che da brava BaDiMi quale sono ho ben pensato di partire in pantaloncini e maglietta a maniche corte! Un genio, insomma!
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Se partire dal Pearson Airport è stato strano, atterrarci lo è stato ancora di più, perché ho fatto la stessa strada e gli stessi controlli all'immigrazione che ho fatto ormai quasi 3 mesi fa quando sono arrivata qua.
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L'immigrazione. Cara è bella immigrazione. Ci siamo sparati le 3 ore e spiccioli di volo con un cagotto che la metà bastava. Perché all'aeroporto di West Palm Beach la tipa del check in continuava a chiedere imperterrita il mio Visa. Le abbiamo spiegato che essendo cittadina italiana non ho bisogno di nessun visa, ma che basta il timbro, ma lei nulla, continuava a cercare sto benedetto Visa. Eravamo in 3 a dirle la stessa cosa, ma nulla. Alla fine ha chiamato il suo superiore, che le ha confermato quello che continuavamo a dirle noi. Fatto sta che un po' ci ha destabilizzati, tanto che all'immigrazione canadese siamo arrivati stratesi, ma alla fine tutto ok.
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Ancora non mi hanno espulsa da questo paese! Yeah!
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Tutto questo non mi ha distratta dalla partenza e dall'atterraggio. Vedere Palm Beach scomparire sotto di noi e Toronto avvicinarsi, riconoscere il lake Ontario è il suo profilo dalle luci notturne, e pensare che è strano come la definizione di posto familiare sia così ampia :)
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Quello che ho visto di questa Florida mi è piaciuto. Mi è piaciuta la gente, così aperta e cordiale. Mi è piaciuto che qua probabilmente la prima lingua è lo spagnolo, e non l'inglese, vista la grande presenza di latinoamericani. Canali tv in spagnolo, radio in spagnolo, cartelli in spagnolo. La gente in giro per la strada spesso parlava in spagnolo. Sabato pomeriggio siamo andati alla messa, io sono andata solo per curiosità verso questa messa in spagnolo e per le chiese americane. A parte una bandiera dell'America sull'altare e due maxi schermi da cui seguire i canti nulla di troppo diverso. Ma era una chiesa piccolina e sicuramente in chiese protestanti, o presbiteriane deve esserci un qualche spettacolo alla Sister Act. Indagherò in Toronto.
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Sara-reporter deve documentare le stramberie di questi autoctoni! Mica sono in missione per nulla, eh!
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Venerdì ho avuto la giornata libera. Cioè, ho lavorato la sera, ma durante il giorno sono potuta andare a West Palm Beach. Ho girovagato tra i negozi, ho vagato per la città, da downtown sono andata giù al lago, ed ho vagato fra il campus universitario.
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Mi devo ripetere? Sembrava di essere in un telefilm. Queste università con costruzioni basse, immerse nel verde, con i vari dipartimenti. Bello. Poi tutti erano in bici. Bici e caschetto. C'era un telefilm in cui c'erano questi poliziotti, se non sbaglio a Miami, che andavano in giro in bici e caschetto. E no, non era CSI.
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Universitá di Palm Beach
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Adotta anche tu una Highway! Sono pazzi questi americani!
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Tram di Palm Beach
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Segnali stradali
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L'Italia va alla grande qua!
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Chiesa in downtown
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Scalinata per salire al teatro
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Piazzetta, in vero italian style
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Lago
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Bandiere.... Bandiere ovunque!
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Targhe by Florida
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Tamarri ne abbiamo da queste parti??
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ATM drive thru. Perché complicarsi la vita, trovare parcheggio, scendere dalla macchina, solo per prelevare, quando puoi farlo comodamente dalla macchina?!? Come si fa a non amarli??
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Downtown
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I chips! Li ho visti ;)
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City hall
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la Florida è stata una bella scoperta, nonostante gli orari di lavoro disumani, nonostante non avessi i miei spazi, i miei tempi liberi e le mie cose da fare.
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Mi sono sentita Homer Simpson...
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...e mi sono presa una pausa da questo brutto freddo Torontoniano!
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E l'ultima mattina, anche il cielo era triste, e mi ha regalato uno spettacolo di colori indescrivibile.
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Tornata a Toronto ho ripreso la mia solita vita: lavoro e corso. È stato comunque piacevole ritrovare tutto.
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Avrei lasciato il freddo indietro, ma non si può avere tutto dalla vita, no? Da brava genia quale sono mi sono detta "no, è primavera, io guanti e cappello non li voglio più". Peccato che io ora abbia le mani come San Francesco. E comunque, i guanti per ripicca io non li metto! Prima o poi mi dovranno tagliare le mani perché assiderate!! ;)
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Ieri ho visto Kumiko e Nataliya. C'erano anche Magdalina, una ragazza Slovacca che faceva scuola con noi e Elina, la collega di Kumiko.
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Siamo state in Chinatown a mangiare vietnamita.
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Chinatown. È impressionante. Sembra di essere a Pechino. Tutto scritto in cinese, addirittura la stazione di polizia ha le scritte in cinese.
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Sono grandiosi!
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Ormai sto assaggiando cucine etniche ;) ma dopo aver letto "fried frog" non ho voluto rischiare ed ho ordinato del semplice riso fritto con pollo!
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Abbiamo preso, poi, da condividere, gli involtini vietnamiti. Ti portano questi fogli di riso, che sembrano plastica, ed un recipiente di acqua caldo, dove immergerli, e poi li riempi con carne e verdure.
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Per fortuna non esistono foto del dopo, perché la mia faccia deve essere stata impagabile! Troppo pepe! Volevo sputare tutto!! Ahahahaha!
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Dopodiché siamo andate in un locale giapponese, e ho provato sakè e qualche altro loro intruglio.
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È stato simpatico, perché all'arrivo con un grande tamburo annunciavano a tutti l'entrata, e tutti salutavano, e così all'uscita! Sono dei manga i giapponesi! Li adoro!!
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E nulla. Oggi è il 29 marzo. Nei piani iniziali stasera avrei dovuto prendere un aereo per tornare a casa, e invece sono qua che organizzo la mia Pasqua ad Ottawa con Kumiko e Nataliya. È strano. Se tutto fosse andato come doveva andare domani atterrerei a Malpensa, e invece questa sera quell'aereo partirá senza di me. Tre mesi sono volati, e sono certa che voleranno anche i prossimi tre. E probabilmente lasciare tutto questo ora, quando ho trovato una mia dimensione e Ù na mia routine sarebbe stato davvero brutto. Eppure avrebbe fatto piacere ed avrebbe riscaldato il cuore sapere di tornare nei miei luoghi.
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Qua è sempre tutto bello e tutto fantastico. Sto vivendo una vita nuova, e imparando una lingua. Sto capendo che si, posso farcela, e che si, sono brava in questo. Ma mi sto chiedendo se è davvero quello che voglio. Vivere lontano da tutto ciò che fino a tre mesi fa era la mia vita, perché non è facile, per nulla, non lo nascondo. Non è sempre tutto bello e tutto tranquillo. È frustrante non essere capiti, perché ancora non padroneggio la lingua a dovere. È ancora shockante vedere persone in giro con le crocs, o con quelle che forse, ma forse, in Italia useremmo come babbucce da casa, con il pelo, quando fuori ci sono -5 gradi. Che Enzo Miccio qua farebbe fortuna con il suo "Ma come ti vesti??", ma anche un bambino capirebbe che, visto il clima, forse sarebbero più appropriati degli stivali. Perché qua anche io che sono molto casual nel vestire riesco a prendermi i complimenti per come mi vesto bene. Mi viene da ridere quando me lo dicono. Ma davvero la gente la mattina si veste al buio da queste parti. Perché almeno le basi, perdio, le basi dovrebbero esserci. E invece li vedi andare in giro in modi indescrivibili. Accozzaglie di colori e di motivi inguardabili. Ed io dovrei star zitta perché ho fatto dei colori, soprattutto quelli shocking, il mio marchio di fabbrica. Ma, come italiana a quanto pare, ho il buon gusto di scegliere abbinamenti tutto sommato accettabili, non ridicoli. A volte guardo i ragazzi qua e mi dico "ridatemi quelli con i mocassini, il risvoltino e il borsello!", perché qua non ci siamo: pantaloni di quattro taglie più grandi, camice a quadrettoni, magliette extra large, ed ovviamente tutti, e dico tutti, maschi e femmine indistintamente, hanno nell'armadio almeno un capo, chessò una maglietta, una felpa, un cappello, del Canada. Vanno in giro tutti fieri con questo abbigliamento bianco e rosso con la scritta "Canada" in bella vista. In alternativa, la scritta è Toronto. Un po' come se tutti in Italia andassimo in giro con vestiti verdi, bianchi e rossi, e a Milano tutta la città con felpe e magliette con su scritto Milano. Che sono quei tipi di vestiti che si compra un turista, non uno della città, ecco. E fa parecchio strano, ecco!
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E niente, tra pochi giorni saremo davvero al giro di boa. La mia esperienza qua continua, si stringono i denti e si va avanti. Senza se e senza ma. Quel che sarà, sarà. E come ho cercato di spiegare, in Inglese, a Kumiko e Nataliya,
comunque vada sarà un successo! (It will be a success whatever happens, che credo sia sbagliatissimo ma rende almeno l'idea).
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PERLE DELLA SETTIMANA:
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-Ci sono momenti, soprattutto quando sono stanca, in cui scollego il cervello. Se lo faccio in Italia, posso comunque riuscire a cavarmela. Quando lo faccio qua, vuol dire fare colossali figure di merda. Perché se non sto attenta al 100% mi perdo i pezzi e ciao, è stato bello parlare con voi ma non ho capito un cazzo. Ieri sono riuscita a rispondere ad un "How are you?" con un "I'm twenty-nine". Il mio interlocutore deve avermi presa per rincoglionita, ma amen.
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-Il mio cervello non si vuole arrendere all'idea che io stia imparando una nuova lingua. Ormai il "Yeah"(pronunciato IA) fa parte di me. "Yes" non esiste. "Yes" è per gli sfigati appena arrivati. Per cui se devo dire "si", in italiano, ormai è "Yeah". Ho iniziato a mischiare le parole. E fanno un sacco ridere! "Stefano non giampare!" (Jump+Saltare). Anche perché Jump come parola rende di più, c'è poco da fare. Ormai non considero più nemmeno troppo strana la parola "praticare" (Practice+Esercitare), che tutto sommato è corretta in italiano ma all'inizio mi faceva accapponare la pelle. E ce ne sono altri mille di esempi così. Praticamente, e lo ripeto, oltre a non sapere l'inglese, sto anche dimenticando l'italiano. Good job, Sara, good job!!
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-Perché fare la solita strada, sicura, conosciuta, banale, sempre? Facciamo strade nuove, scopriamo nuove parti. E fu così che, per arrivare dal punto A al punto B, cui solitamente ci vogliono 20 minuti, ce ne ho messi tre volte tanto, passando per Budapest, Bratislava, Sydney e Seoul. Ho fatto anche una capatina a Mosca ma non mi hanno fatta entrare per via del visto. Ho sicuramente scoperto nuove parti di Toronto. Peccato che al momento io non sappia dove sono collocate nel mondo.
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-Leggere le guide dell'Italia in giapponese è esilarante. Aspettate un attimo. Leggere è un parolone. Guardare gli ideogrammi in giapponese sulle guide dell'Italia è esilarante. Vedere il Duomo di Milano fa venire un colpo al cuore. È proprio vero che quando sei lontano tutto sembra più bello. Kumiko, prima di rientrare in Giappone, si fa tre settimane tra Praga, Vienna, Venezia, Milano, Firenze, Roma e Instanbul. Le mille tappe italiane sono merito mio perché ha visto delle foto e vuole assolutamente visitare l'Italia. Mi aspetto una percentuale dal ministero del turismo italiano. Per cui, se vedete una giapponesina tutto pepe per le strade milanesi non mandatela a cagare, è solo Kumiko. "Ma a Roma trovo qualcuno che parla inglese?". A Kumì, a Roma al massimo puoi trovare chi ti parla in romanaccio stretto, ma non preoccuparti che solitamente con i turisti siamo gentili e cordiali! Poi puoi unirti a uno di quei gruppi di Giapponesi con le macchine fotografiche al collo e la guida con la bandierina, per cui stai tranquilla che non ti perdi ;) Si, le ho detto Proprio così. Si,ho usato "Little flag" per tradurre bandierina. Si, devo essere radiata da questo stato e buttata in pasto agli squali della Florida. Si, probabilmente non faccio una buona pubblicità al mio paese. Ma se ripenso al "imprenditor" detto dalla guida al Teatro San Carlo a Napoli sento un brivido lungo la schiena. Imprenditor. Per tradurre imprenditore. Anche io ho tradotto una parola togliendoci la lettera finale. In terza media. Durante un'interrogazione. E non mi spaccio per guida turistica che parla l'inglese. Ma se ci ripenso mi faccio "pat pat" sulla spalla da sola per l'intraprendenza. Perché non è da tutti parlare del "romanz", che "novel" è una parola troppo inflazionata. Che poi, voglio dire. Credo che i 3/4 delle volte io mi invento le parole (eppure qua nessuno mi dice nulla, o fanno finta di capirmi, o ci azzecco, devo ancora capire quale sia la verità), ma io so di non sapere(Socrate, non amour, docet), per cui mai e poi mai mi sognerei di farmi pagare per spiegare in una lingua che non so cose ai turisti. Magari tra due o tre decenni potrei farcela, eh!
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-Cari vecchi States, mi cadete sul chip del mio bancomat. Che li le carte si switchano, non si inseriscono. Per cui il mio bancomat, che va solo ed unicamente col chip, non funzionava. Pensate che bello scoprirlo nel tuo giorno libero, al centro più vicino a casa, ovvero a 40 minuti di macchina(ve l'ho detto, no, che le distanze sono impressionanti). Per fortuna, dopo la prima ora di panico, una tizia di un negozio ha semplicemente inserito i numeri della carta di credito e ha funzionato. Quindi, okey, ora sappiamo come fare, bene, bello. Spiegate voi a tutte le persone, ogni volta che dovete pagare, che la carta non va switchata ma vanno inseriti manualmente i numeri. In inglese. Che poi, ci fosse stato uno, dico, uno, che mi avesse presa subito sul serio. No, loro switchavano, mille volte, mettendo la carta nei sacchetti(ho notato che qua in Nord America è pratica molto comune quando non funzionano le carte passarle incellophanate nei sacchetti...bah!), per poi arrendersi all'idea che si, non ero scema, non volevo fargli perdere del tempo inserendo i numeri a mano, ma era l'unico modo in cui funzionava. Mi sono resa conto che qua, inteso come Nord America, non sono molto aperti alle eccezioni. Che è una cosa bellissima e giustissima in un sacco di ambiti, ma non sempre. Se per loro la procedura è quella, non c'è nulla da fare, fanno quella. Per poi perdere il triplo del tempo perché finiscono di far la cosa che tu dall'inizio gli avevi detto. E va beh, nonostante tutto io li amo comunque.
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-Ho accidentalmente smarrito i miei auricolari. Okey. La verità è che sono una cogliona e li ho lasciati in Florida. Per cui il giorno dopo che siamo tornati dalla Florida sono andata all'Apple Store a comprarne degli altri. Prendo gli auricolari, mi avvicino al tipino con la macchinetta, e mi dice che se ho un I-Phone posso pagare con quello. Credo che mi sia caduta la mascella da quanto ho aperto la bocca, e lui se ne è accorto perché mi ha chiesto se fossi canadese. In realtà intendeva dire che potevo pagare con l'account dell'Apple Store del telefono. Ma a parte questo. Al mio "No, non sono canadese", sono seguite le solite domande "Di dove sei? Cosa ci fai qui? Da quanto? Per quanto?". Qua è abbastanza normale questo tipo di domanda. Infondo sono tutti immigrati, o figli di immigrati. E niente, tutto questo preambolo per dire che, quanto si può gongolare quando un canadese, ti scambia per canadese, e ti dice che hai un ottimo inglese? Giuro che non ci stava provando. Giuro che non ha cercato di vendermi mezzo negozio dopo avermi detto questa cosa. Giuro che é successo davvero e non me lo sono sognato. E andiamo, che piano piano ce la facciamo!!
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Ed anche per questa settimana vi saluto.
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Quell'aereo è partito, e a quanto pare io non l'ho preso.
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Ma non preoccupatevi, see you soon!
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Vi stritolo forte, da qua!
Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3575190496073357726.post-65954290252427121612015-03-17T21:41:00.001-07:002015-03-17T21:55:24.956-07:00"Chissà cosa avrebbe scoperto Colombo se l'America non gli avesse sbarrato la strada" J. SwiftEccomi con un po di ritardo a darvi miei aggiornamenti.
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La settimana torontoniana è trascorsa come al solito, tra lavoro e corso di preparazione allo IELTS.
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Venerdì dopo pranzo abbiamo preso su i bagagli e siamo partiti alla volta del Pearson Airport. L'ultima e l'unica altra volta in cui ci sono stata ero appena arrivata in terra canadese. Ha fatto parecchio strano ritornarci ;)
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Devo dire che qua sono molto intelligenti: la dogana e l'immigrazione la fai subito in aeroporto, non ti prendono nemmeno le valigie prima di passare i controlli, così che se ci fossero problemi non ti devono reimbarcare sul primo volo per farti tornare a casa. Così dopo aver ottenuto il mio timbro sul passaporto ci siamo imbarcati. Quattro ore di volo dopo siamo usciti in un grande phon. Un caldo e un'afa da agosto milanese. Abbiamo preso la navetta per arrivare al noleggio auto e con il mini van siamo andati a casa.
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Io farei un grande applauso per il tipo dell'immigrazione con il timbro impostato con il giorno sbagliato. Venerdì era il 13, e siccome me+venerdì 13 non poteva far venir fuori nulla di buono, l'aereo è partito con un'ora di ritardo perché abbiamo bucato. L'aereo ha bucato. Un'unica piccola ruotina in tutto quel grande ammasso di ferro e noi buchiamo. Sembra una barzelletta, ma è la realtà. Venghino signori venghino che qua non ci si annoia mai.
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Sabato lo abbiamo passato tra spiaggia e piscina. Così come domenica. Domenica poi siamo andati in una specie di centro città di Palm Beach. Sembrava troppo di stare in Italia :)
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Che qua tutto ciò che è italiano è strapregiato. Quando tornerò in Italia e potrò mangiare un gelato con 2€ mi sembrerà un sogno. Che qua meno di 5$ non ho ancora trovato (e con qua intendo anche Toronto, che per quanto buono possa essere mi sembrano eccessivi 5$).
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Ieri, lunedì, siamo stati al mare ed in piscina.
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Sto avendo almeno un'oretta al giorno di break per potermi rilassare e godermi il mare come piace a me, tra camminate sulla spiaggia e tranquillità. Ora sono appunto in riva al mare a scrivere ;)
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Oggi siamo andati allo zoo di Palm Beach, e ora che siamo tornati sto avendo del tempo per me;)
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Monkeys..
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..monkeys..
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..Eagles!
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Fa strano eh, pensare che oggi è il 17 di marzo ed io sono in costume e vado in giro in pantaloncini corti e maglietta. Che è il 17 marzo ed io sono alle prese con crema solare e dopo sole e mi sto abbronzando come quest'estate un Puglia. Tra l'altro oggi è San Patrizio, per cui c'era un sacco di gente in giro vestita in verde con immancabili alcoolici in mano.
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Stasera dopo cena sono scesa nella hot tube, la vasca idromassaggio calda. Relax allo stato puro. Sono poi scesa un po' in spiaggia a godermi il mare di notte. Io, in costume, solo il rumore dell'Oceano intorno a me. Mi sono rigenerata. È tutta un'altra vita. E se penso che avevo anche caldo, alle 9.30 pm, in costume e basta, mi viene da ridere. Una settimana fa andavo in giro con guanti, cappello, sciarpa e vestiti pesanti. E tra una settimana purtroppo questo sogno finirà e tornerò nella, spero non troppo, fredda Toronto.
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Sto vivendo in un film. Vedo cose che ho sempre e solo visto nei film e nei telefilm. È pazzesco. Non so nemmeno descrivere a parole cosa possa essere questa mia esperienza. Ci sono emozioni, sensazioni, stati d'animo che non si possono descrivere, che non è possibile spiegare. Che si possono, e si devono, solo vivere. Come faccio a spiegare cosa provo e cosa sento quando, nella mia solitudine, sono seduta in spiaggia e davanti a me ho l'Oceano? Così potente, così rumoroso, che sento da casa anche ora con le finestre chiuse. Non è possibile spiegarlo. E non vorrei nemmeno provarci, perché è una cosa così intima, così personale. So solo che ogni volta che sono al mare rinasco, che l'acqua è sicuramente il mio elemento, perché mi rigenero, cambio umore, cambio tutto. E nuotare nell'Oceano. Mi aspettavo l'acqua fredda, molto più fredda. Invece no. Ora: non so se in questo particolare punto del mondo l'Oceano non è freddo, non so se è perché è marzo, non so per quale motivo. So però che vedere gli squali nuotare in acqua dal balcone di casa un po' di caga te la mette addosso.
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So che qua ci sono le meduse(jellyfish) più strane che io abbia mai visto, tra cui le Caravelle Portoghesi: sono spiaggiate lungo la costa, e quando cammino in riva al mare devo stare attenta perché con il loro palloncino vengono portate sul bagnasciuga dal mare, e per quanto io sia una fan sfegatata di Dr. House e Grey's Anatomy non voglio provare sulla mia pelle la visita ad un ER americano. Tra l'altro qua l'ospedale si chiama "Good Samaritan", sono circondata. Aiutoooooo!
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Stamattina abbiamo fatto colazione da Dunkin' Donuts. Sicuramente ci sono posti più salutari, ma a giudicare dai fisici poco statuari che si vedono in giro da queste parti direi che a questa parte di americani piace un sacco questo tipo di cibo spazzatura. E ho capito perché ci sono quantità industriali di obesi. La cosa meno grassa è come minimo passata due o tre volte nella friggitrice.
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Tra l'altro, come da Tim Horton in Canada, hanno i fantastici Munchkins(da Tim Horton si chiamano Timbits). Cosa sono? Visto che i donuts, le ciambelle di Homer per dire, qua sono molto popolari, a qualche genio (perchè devi essere un genio) è venuta l'idea di vendere "il buco". Perché la pasta nel buco rimpastarla, per fare nuovi donuts, che poi saranno bucati e poi creeranno altri buchi che verranno rimpastati è così via, quando puoi semplicemente vendere il buco e guadagnarci su? Ecco: sei un genio. Perché la gente va pazza dei buchi dei donuts!
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Non so bene come farvi capire come si vede la disparità delle classi sociali qua. È una cosa che in Italia non si vede così palesemente. Qua hai da un lato la villa di qualche vip con lo yacht attraccato fuori e dall'altro roulotte e baraccopoli. Da una parte condomini con piscina e vasca idromassaggio e dall'altra casette che ti chiedi come facciano a non essere ancora state spazzate via dai tornado. Che qua i tornado sono proprio di casa. Fa quasi impressione vedere le case con le finestre chiuse da tavole di legno.
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E per la rubrica "sapevatelo" di raieducationalchannel, ho scoperto il vero significato della parola GIGANTE. Che una sta da ormai due mesi e mezzo in Canada e pensava di aver visto grandi confezioni di cibo, o grandi macchine, o grandi strade. Poi sbarca negli States, e si deve ricredere, perché qua la concezione di "formato famiglia" è la nostra "quantitá industriale" per intenderci. Le bottiglie d'acqua che si vedono nei film, le taniche(perché di taniche si tratta dai) del latte, addirittura le borracce sono in formati che io non ho mai visto prima. Le strade da 5-6-7 corsie per senso di marcia, le macchine che per salirci ti serve come minimo una scaletta. Qua è tutto grande. E quando dico grande, intendo davvero grande. Ed io che mi ero appena abituata a vedere le confezioni di uova da 16. Qua le uova sembra che non le abbia sputate fuori una gallina, ma un animale indefinito ma sicuramente grande almeno 2 o 3 volte una gallina normale. Io lo so, perché lo so, che una volta rientrata in Italia avrò uno shock culturale al contrario.
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Qua la bandiera degli USA è dappertutto: in mezzo alle strade, all'entrata dei mall, alle case. È davvero impressionante il senso di appartenenza e patriottismo che hanno.
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E per questa settimana vi saluto.
È uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo, no?Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3575190496073357726.post-49809872995593749692015-03-10T21:33:00.001-07:002015-03-10T21:44:09.209-07:00"In qualunque posto sarai, in qualunque posto sarò, se mi cerchi nel cuore io nel tuo cuore vivrò"È quando sei lontana, e ti arrivano brutte (ma per fortuna non così brutte) notizie, che ti chiedi "ma ce la farò a resistere in questa situazione?". Perché se fossi a casa, avrei preso la macchina e mi sarei precipitata da quell'amica. Invece sono qua, dall'altra parte del mondo, e c'è ben poco che io possa fare. Non che se fossi a casa potrei far qualcosa, non essendo medico ne capendoci nulla. Ma in queste situazioni la distanza si fa sentire in tutta la sua pesantezza. E a volte, un abbraccio, essere fisicamente vicini, una parola di conforto guardandosi negli occhi, fanno più di tutte le parole che una persona possa dire. E credo che io, con il mio "i'm with you", sono con voi, non sia riuscita ad esprimere nemmeno un quarto di quello che avrei fatto da casa. Spero che mi perdonerai per non essere con te, ora. Sembra quasi una barzelletta a pensarci: la prima volta che è successo io non c'ero, ed ora non ci sono comunque.
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Sono cazzona il 99% del tempo che passo sveglia (e probabilmente se qualcuno mi riprendesse mentre dormo scoprirei che sono cazzona anche quando dormo, visto le numerose foto che mi ritraggono in posizioni che definire assurde è dire poco) ma ogni tanto arriva il momento, anche per me, di fare la seria. E quando tua sorella è preoccupata, non importa che ci siano più di 6000km tra di voi, il tuo cuore è con tua sorella. Si preoccupa con lei, e, ne sono sicura, tra qualche giorno riderà su quest'ennesimo brutto episodio ;)
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Anyway, settimana scorsa Laura e Paolo sono partiti per l'Italia. Più che toccata e fuga proprio una mezza pazzia :) ed io sono stata con i bambini da giovedì a domenica. Per cui ho lavorato anche il weekend, a parte sabato pomeriggio e sera/notte.
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Sabato pomeriggio ho visto Nataliya e Kumiko. C'erano anche due amici di Kumiko. Siamo andati alla libreria giapponese (si, esiste una libreria giapponese), perché c'era un evento: facevano vedere come indossare un kimono, mostre su bamboline giapponesi, origami, snack e the verde.
È stato molto interessante ;)
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C 'era anche Paro, foca-robot giapponese, commercializzata in Giappone come animale domestico, ma usata anche in Italia per aiutare le persone affette da malattie come l'alzaimer o l'autismo. Paro è una foca con dei sensori, che muove la testa e gli occhi, fa versi e interagisce con chi ha davanti. Se la chiami risponde a suo modo, se la saluti ricambia a suo modo. È stato bello poter vedere questa macchina in azione, anche perché ne esistono solo due versioni al mondo ;)
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Mentre andavo al punto di incontro ho beccato una manifestazione femminista. Un serpentone compatto e tranquillo, con fischietti, tamburi, striscioni. Polizia quasi inesistente, se non per bloccare il traffico. E nessuna strombazzata di clacson. Il serpentone si snodava su Yonge Street, mica cotiche, di sabato pomeriggio. È un po' come se, di sabato pomeriggio, ci fosse una manifestazione su Corso Buenos Aires, per dire. A parte che Yonge Street è la via più lunga del mondo, con i suoi 1896 km.
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Finita la mostra siamo andati, per par condicio, a mangiare al cinese. Erano le 4 del pomeriggio. Io non sapevo se volevano far pranzo posticipato o cena! Ahahah. Alla fine non mi sono fatta fregare e ho preso solo uno spring roll, un involtino primavera ;)
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<a href="http://3.bp.blogspot.com/-021c0vNKrcU/VP--fAsHbYI/AAAAAAAAA4Q/oxDRZQiYNSU/s1600/15%2B-%2B1" imageanchor="1" ><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-021c0vNKrcU/VP--fAsHbYI/AAAAAAAAA4Q/oxDRZQiYNSU/s320/15%2B-%2B1" /></a>
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E qua ho scoperto che, Paolina Paperina quale sono, me la sono tirata. Ad aprile Kumiko torna in Giappone ;( Nataliya e io eravamo molto tristi, siamo andate avanti tutto il tempo a dirle "Kumiko no!" e anche la sera ci siamo scritte :( non voglio che Kumiko se ne vada :( A dire il vero nemmeno lei vuole, ma il suo WHV scade, e per applicare per il sei mesi di visto turistico deve pagare, non so di preciso quanto, ma siccome il suo employer non la tiene a lavorare in nero non avrebbe i soldi per stare qua :(
Non mi ci fate pensare :( mi viene da piangere ;( La mia Kumiko ;( Compagna di bevute e di risate :( La mia giapponese senza R. "Kumiko say RRRRRRR", and usciva un suono assurdo!!
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Venerdì partiamo per la Florida! Passiamo dai -2/-1 gradi di questa settimana a Toronto ai 30 di Palm Spring. E se dico che domenica, che c'erano -3 gradi, ho detto "che bella giornata oggi, fa anche caldo", vuol dire che io ho davvero bisogno di andare in un posto con 30 gradi. Missione dei 10 giorni di Florida: sciogliermi. Poi dovremmo andare allo Zoo di Miami, ad Orlando a Disneyworld , e spero tanto mare! Spero che di aver del tempo per me per spiaggiarmi in spiaggia e non fare assolutamente nulla se non la lucertola :)
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Scoperte settimanali (pensavate di esservela sfangata eh?)
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-Holly & Benji in Giappone si chiama Capitain Tsubasa. Holly si chiama in realtà Ozora. Benji è Wakabayashi, Tom Becker è Misaki Taro e Julian Ross è Misugi Jun. Andare a vivere all'estero è anche riscoprire cose della tua infanzia!
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-fRzy2Kn4Rw0/VP-93c3RPGI/AAAAAAAAA3Q/1pJoX1hVOQ4/s1600/15%2B-%2B3" imageanchor="1" ><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-fRzy2Kn4Rw0/VP-93c3RPGI/AAAAAAAAA3Q/1pJoX1hVOQ4/s320/15%2B-%2B3" /></a>
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-In Giappone credo che esistano più manga che fiori di ciliegio. Tutti i ragazzi sono cresciuti a pane e manga.
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-In Italia guardiamo (o meglio, guardavamo, perché dei cartoni di ora sono poco informata) un sacco di cartoni Giapponesi. E ritrovarli tutti sotto forma di manga è stato come fare un tuffo nella mia infanzia ;) Bastava dire un nome a Kumiko, o a descriverle brevemente la trama visto le traduzioni dei titoli, e lei me li trovava.
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-Esiste un manga molto famoso in Giappone che si chiama "Italia". Non ho ben capito di cosa parla, ma abbiamo ben due personaggi italiani, uno dell'Italia del nord e l'altro dell'Italia del sud. Kumiko ha provato a tradurre e quello che ricordo è che il personaggio è un po' stupido, che mangia pizza e spaghetti, e che fa la siesta. Li ho detto a Kumiko che è evidentemente una descrizione fasulla visto che la siesta la fanno gli spagnoli!
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-Che sono già passati due mesi dal mio sbarco nel Nuovo Mondo. Ed ormai le vie non mi sembrano tutte uguali, e i posti iniziano ad essere familiari.
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-Che la mia nuova droga si chiama Netflix. Che ho sottoscritto l'abbonamento e solo dopo mi sono resa conto che non potevo scaricare l'applicazione perché non presente nell'App Store italiano. Per cui ho dovuto fare un magheggio ma finalmente sono una felice customers di Netflix. Ho già iniziato a guardarmi le mie serie preferite ed è sicuramente un buon esercizio per la lingua, visto che sono solo in inglese ;) Manco a dirlo, sono già addicted. Il primo mese è gratis, dal secondo pagherò l'esorbitante cifra di 8.99$. Poco meno di 6€ al mese. Per avere una valanga di film e di telefilm. Amo l'America e le sue trovate!
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See you, guys.
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Se avrò un Wi-Fi ci sentiremo dalla Florida, altrimenti dopo March 23 ;)Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3575190496073357726.post-91409564562130449242015-03-01T21:51:00.001-08:002015-03-01T21:51:36.854-08:00Good morning, Princess!Io ve lo dico: abbiamo sbagliato tutto nella vita. Tutti. Nessuno escluso. Che uno a 19 anni esce da scuola e si dice "Cià, vado a studiare medicina. È la mia vocazione. Salvo vite, magari divento un luminare, faccio conferenze e avrò una bella vita agiata. Uno stipendio da capogiro, certo, ci sono le responsabilità, ma tutto sommato il gioco ne vale la candela!". Oppure "Voglio fare il notaio, studio per anni, ma poi per una firma mi ricoprono d'oro e quindi va bene tutto!". O ancora "Apro una mia attività che se mi gira bene faccio il botto!".
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Ecco l'errore: police officer a Toronto. Basta avere 18 anni, essere cittadini canadesi o avere la residenza permanente, godere di buona salute ed essere moralmente a posto.
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Mica anni e anni a spaccarsi la schiena sui libri.
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Perché vi dico questo? Perché ogni anno questi buontemponi ontariesi pubblicano la "Sunshine list", la lista delle persone che guadagnano dai 100,000$ in su durante l'anno, e quest'anno, per la prima volta, sono stati inseriti anche i police officers. I dati sono impressionanti: un poliziotto appena assunto, può guadagnare tra gli 88,000$ e i 96,000$ lordi all'anno. APPENA ASSUNTO. Più ovviamente tutti i benefits quali assicurazione sanitaria privata, assicurazione dentistica, e tante altre belle cose. Io non so quanti poliziotti ci siano in Toronto, ma 2,983 ufficiali fanno "six figures", ovvero hanno uno stipendio sopra i 100,000$ all'anno.
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E come se tutto questo non bastasse, quando ci sono dei lavori sul suolo pubblico (condomini che devono bucare un pezzo di strada, lavori alle tubature o quant'altro), le imprese sono obbligate ad avere almeno un poliziotto a supervisionare il tutto. In sostanza stanno lì e guardano, perché se qualche passante dovesse farsi male se non ci fosse un poliziotto l'assicurazione non pagherebbe. Questi lavori non vengono fatti nelle normali ore lavorative dei poliziotti, bensì come straordinari. E prendono la bellezza di 68$ all'ora. E sono obbligati ad essere pagati per almeno 3 ore. Quindi anche se dovessero farne 1 o 2 loro verrebbero comunque pagati per 3 ore, quindi 204$.
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Io lo ripeto. Abbiamo sbagliato tutto. Tutti.
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Qua la gente è molto arrabbiata per questa scoperta. E non li biasimo.
Se si considera che la paga minima imposta per legge è di 10.25$ per ora, e che gli straordinari sono pagati una volta e mezza in più, si capisce perché l'arrabbiatura della gente!
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E sempre rimanendo in tema "informazioni Canadesi", i torontoniani sono perennemente arrabbiati con la TTC, servizio di trasporto di Toronto.
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Da questo mese il metro pass, l'abbonamento mensile, è aumentato da 133$ a 141$. Ora pagano una cosa come 100€ al mese per i trasporti pubblici. Che se pensiamo all'ATM è davvero caro, ma il servizio è leggermente diverso. Non solo per frequenza di subways , streetcars and buses, ma anche per orari e zone ricoperte.
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Qua pagano un token (non ci sono biglietti come li intendiamo noi, ma hanno questi mini gettoni), 3$ (circa 2€), ma se ne acquisti 3 o 7 paghi 8.40$ o 19.60$ (quindi 2.8$ a token).
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Io ho provato a spiegargli che si, è effettivamente un po' caro come servizio, ma che tutto sommato anche a Milano è caro uguale (a parte l'abbonamento mensile), ma fa molto più schifo. È però difficile quando davanti hai una ragazza Russa che a Mosca paga circa 0,20$ per un biglietto!
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Poi a volte mi sembrano così ingenui questi canadesi, che porelli, mi verrebbe da prenderli sottobraccio e spiegargli due paroline.
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Perché qua come funzionano i servizi pubblici? In subway tu per entrare o fai vedere all'omino addetto il tuo metropass, o infili il tuo token nell'apposito raccogli-tokens, o metti i tuoi 3$ sempre nel raccogli-tokens. Se l'omino non c'è o se vuoi passare dai tornelli strisci il tuo metropass o infili il token. Facile.
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Sui bus o sulle streetcars, si sale solo dal davanti e stessa storia: si mostra l'abbonamento o si infilano tokens o soldi. Facile anche qua.
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Il difficile arriva se tu nel tuo tragitto devi prendere subway+bus, o streetcar+ subway, o qualsiasi combinazione di più mezzi. In questo caso devi prendere il "transfert", un pezzettino di carta che serve per salire e scendere dai mezzi diversi. Non puoi tornare indietro, ovviamente, ma al massimo puoi fare un giro circolare per ritornare al punto di partenza. Sembra complicato a spiegarlo ma una volta che si capisce il funzionamento è molto semplice. Ci sono, poi, delle stazioni di subways a cui si arriva con i bus direttamente senza mai uscire dalla stazione, o si esce dalla subway senza però uscire fisicamente dai tornelli per prendere i buses. In quel caso il trasfert non serve.
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Comunque, tutto sto casino per dirvi che, i miei ingenuotti, si stanno stupendo del fatto che, soprattutto sui bus ci siano persone che riescono a salire senza pagare. Perché se è vero che per salire uno dovrebbe salire solo dal davanti, è anche vero che si può scendere solo dalla porta dietro, che si apre solo dall'interno e non automaticamente. Una persona che ha il trasfert, o il metropass, teoricamente può salire anche dal retro, ma così facendo, visto che non c'è controllo, uno senza transfert o metropass può comunque salire. E i piccoli e indifesi torontoniani sono scandalizzati da questo.
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A me davvero ogni tanto sembra di vivere nel paese dei Puffi. Sono così ingenui e così convinti che tutti siano onesti e che nessuno per nessuna ragione faccia qualcosa di sbagliato. Che è un bel modo di vivere e di pensarla, ma non puoi stupirti quando c'è chi fa lo sleale, dovresti metterla in conto una cosa del genere. O no?
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But anyway, ieri sera sono stata per la prima volta qua a Toronto in un nightclub, con Kumiko(Japan),Ami(Japan) e Seo(Korea), un disco pub insomma, abbiamo guardato prima Raptors vs Knicks( finita 98 a 103) e poi il locale si è trasformato in una discoteca. Gente da tutte le parti. Allora anche questi torontoniani sono come noi!!
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Mi sono divertita, nonostante il peggior raffreddore dei miei ultimi 29 anni (e provateci voi a capire e a farvi capire in una lingua non vostra, con la musica a palla, le orecchie tappate e la voce da trans), ho passato una serata diversa e più simile alle mie serate italiane ;)
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Mi è però mancata la competenza linguistica che avrei in italiano. Perché ai 2000 "ti senti bene?" avrei risposto con un " 'gna posso fare!". Ma come lo traduci?!? Impossibile. "I can not" non è la stessa cosa.
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E a proposito di questo, Mi sono avventurata in un discorso davvero troppo complicato. La differenza che in italiano abbiamo tra il "ti voglio bene" ed il "ti amo". Perché è diverso, e a me questa cosa che lo traducano solo con un "I love you" non mi piace. Anche "I like you" non vuol dire il nostro "Ti voglio bene". È proprio una sfumatura che manca nella lingua inglese. Ed è difficile spiegare che cosa sia in realtà questa differenza, perché se uno ha sempre detto "I like you" per intendere un "ti voglio bene", come gli spieghi che in italiano quel "I like you" vuol dire ancora una cosa diversa?
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Poi, cosa da non sottovalutare, la musica. Elettronica, trance, techno. Insomma, ero nel mio ambiente!
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Doveva esserci anche Nataliya(Russia), ma un suo amico faceva un goodbye party perché lascia Toronto. Questa è la vita di noi foreigners. Ti affezioni a qualcuno, diventa il tuo porto sicuro, la tua salvezza, ma poi se ne va, perché ritorna a casa, nel suo paese. Ho paura a pensare a quando Kumiko e Nataliya se ne andranno, perché con loro sto bene, ma so che sono "amicizie a tempo", perché prima o poi i loro visti scadranno e lasceranno il Canada. Già Ami parte, l'11 marzo lascia Toronto, per Banff, in Alberta. Ed è comunque un piccolo pezzo di questa mia esperienza che se ne va.
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Comunque, oggi parlavo con Nataliya di ieri sera, e le ho detto che il posto mi è piaciuto, mi é piaciuta la musica. E lei "ma io pensavo ti piacessero cantanti come Ricky Martina, Enrique Iglesias". SCUUUUUSA?? Ahahahah. Beh, siccome anche a lei piace la musica che piace a me abbiamo deciso che se troviamo un festival o qualche serata qua a Toronto ci andiamo insieme!
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Ho finito il mio corso di General English alla Hansa giovedì. Ma domani prendo il corso di preparazione dello IELTS. Ho cambiato scuola, mi sono iscritta a una molto più vicina a casa (ci vogliono circa 5 minuti a piedi), e con orari molto più compatibili con il lavoro (dal lunedì al giovedì dalle 6.30pm alle 8.30pm). Sarà sicuramente un'altra ottima occasione per conoscere persone nuove ;) Chi vivrà vedrà ;)
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Oggi sono stata a Little Italy. Ritorno alle origini, insomma. E a parte che non è più la vera Little Italy, perché gran parte degli italiani si sono spostati a Nord di Toronto, ma rimane comunque un posto da vedere ;)
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Ho mangiato una pizza in una pizzeria calabrese (?). Non era male, eh. Solo che mi chiedo, ma da dove ti è venuto di mettere il peperoncino nel pomodoro?!? Io non sono mai stata in Calabria, ma non ho mai nemmeno sentito di peperoncino nel pomodoro della pizza. Poi è ovvio che le persone abbiano una visione distorta del vero cibo italiano! Se anche tu, immigrato di seconda generazione, mi apri una pizzeria in cui mi metti il peperoncino nel pomodoro della margherita, ce la stiamo proprio andando a cercare! Poi magari ha ragione lui è in Calabria si usa, mi faccio da parte e chiedo alla mia calabrisella preferita ;)
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Di bello è che stavano trasmettendo "La vita è bella", con i sottotitoli in inglese :) E per tutta la cena ho ascoltato canzoni italiane, spaziando da "Fuoco nel fuoco", a "Quelli che ben pensano".
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Oggi ho sentito mio papà su Skype. A volte mi chiedo se viva in un mondo parallelo o se ormai si sia bruciato i neuroni con la vecchiaia. "Ma quando esci con queste persone, parli inglese?"
Ora: io il giapponese non lo so, tantomeno il coreano o il russo. Loro dubito che sappiano l'italiano. Ma in che lingua vuole che parliamo? In urdu? Siamo in Canada, parlano inglese, siamo qua tutti a studiare inglese. Ma che razza di domande sono? È quel tipo di domanda che mi aspetterei da un canadese, non da mio padre.
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Anche questa settimana ho ovviamente scoperto delle cose:
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-Che la FIAT in Giappone è considerata auto di lusso. La FIAT. Quella che se tiri troppo forte la maniglia ti rimane in mano per dire. In Giappone costa uno sproposito.
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-Che se in Italia vuoi acquistare un Mac devi mettere in conto di spendere almeno uno stipendio medio. Se quello stesso Mac lo vuoi acquistare in Brasile devi mettere in conto di spendere almeno 3 stipendi da tecnico informatico.
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-Che la mia Canadesizzazione si sta evolvendo, perché se mi emoziono nel vedere le temperature vicine allo zero allora vuol dire che c'è qualcosa che non va. Perché marzo, anche se pazzerello, vuol dire che sta arrivando la primavera, non che si va in giro ancora con guanti, sciarpa, cappotto, cappello e stivali.
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-Collegandomi al punto sopra, mi chiedo se questi canadesi hanno delle poesie sui mesi, come quelle che abbiamo noi. Però se le avessero mi vien da pensare che sarebbero troppo ripetitive. Perché per gennaio e febbraio sarebbe solo un neve, neve, neve. Freddo, freddo, freddo. E quindi non sarebbero così belle come le nostre.
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-Che nonostante le difficoltà e il cuore spaccato in due, sto reggendo bene questi (ormai) due mesi di lontananza dal suolo italico. Probabilmente diventerò bipolare visto che passo dai momenti di euforia per l'essere qua al maledirmi perché mi manca un sacco tutto quello che per me è casa. Ma sono cose che avevo messo in conto prima di partire, che sapevo che sarebbero successe, e che tutto sommato servono a crescere. Non è mai come te lo aspetti, però. E questo è davvero difficile da gestire. Perché se è vero che prima di partire sapevo tutte queste cose, quando ti prende il momento di malinconia è sempre difficile.
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-Collegandomi a questo punto, credo che per andar così lontano da casa ci voglia si coraggio, ma anche dell'incoscienza e dell'egoismo. Perché coraggio ci vuole anche a rimanere. Ma si è incoscienti ed egoisti se si va così lontani da quello che per te è casa. E non sto dicendo che questa incoscienza e questo egoismo siano negativi, anzi. Li vedo come necessari per poter affrontare un passo del genere. Perché uno pensa "Che figo! Sei dall'altra parte del mondo!". Ma mai nessuno ti dice che anche se nel posto più figo del mondo puoi sentirti davvero solo, anche in mezzo a milioni di persone. Che dovrai fare i conti con te stesso, che dovrai contare solamente su te stesso. Perché se pensavi di averlo sempre fatto capisci invece che a casa, in Italia, avevi sempre la tua famiglia e gli amici su cui appoggiarti. E quando hai 9 ore di aereo e 6 di fuso diventa davvero difficile appoggiarsi a qualcuno. Per cui senza quell'incoscienza e quell'egoismo non ce la faresti, non andresti avanti in questa pazza avventura.
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-Che ormai è praticamente certo che questo non sarà il mio ultimo mese qua, che la data di ritorno è prevista per la fine di giugno/inizio luglio. E probabilmente tutta la malinconia di questa settimana è dovuta principalmente a questo. Perché uno si prepara mentalmente a star via per tre mesi, e si ritrova strada facendo a starne fuori sei. Direi che è un bel cambiamento. Pensare al 1 marzo come il "conto alla rovescia" per il ritorno per due mesi buoni, e trovarsi a vedere il 1 marzo come "il terzo dei sei mesi che starò qua". Ma anche qua, è una scelta mia. Continuo a ripetere che è la cosa migliore che io potessi fare, la decisione migliore che potessi prendere per me. Questo non toglie che sia emotivamente davvero difficile. So benissimo che quando starò facendo i bagagli per tornare a casa sarò triste, perché qua sto bene. Se solo potessi avervi tutti qua sarebbe la mia vita perfetta :) Purtroppo non è possibile e quindi si scende a compromessi ;) Ma ancora adesso continuo a pensare che non ci sia posto più giusto per me al momento. E questo è abbastanza perché io stia bene e sia in pace con me stessa ;)
E poi, se esci dalla subway e trovi questo ...
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...non puoi che essere in pace con te stessa! (Queste due ultime foto non sono mie. Sono due mesi che provo a fare una panoramica in Dundas Square, ma puntualmente il mio telefono si spegne. Ho deciso che è la maledizione di Dundas Square)
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E per finire, per la saga "io ho solo amici normali", vi lascio con Michelangelo-Yela. Si, puoi insultarmi. E no. Non puoi uccidermi perché sono troppo lontana!! Ahahahaha!
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-xEtD6Hrk2kg/VPPkr-2HcyI/AAAAAAAAAws/xKCnll35I40/s1600/15%2B-%2B9" imageanchor="1" ><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-xEtD6Hrk2kg/VPPkr-2HcyI/AAAAAAAAAws/xKCnll35I40/s320/15%2B-%2B9" /></a>
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Beccatevi <a href="http://youtu.be/kheG0k83G0o">questo</a> video! A me ha fatto venire i brividi, perché Toronto è proprio così;)
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Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3575190496073357726.post-56514888796953685152015-02-23T19:57:00.000-08:002015-02-23T19:57:50.513-08:00Ed eccomi di nuovo qua a scrivere. Un'altra settimana è passata. Ma cosa dico passata, è letteralmente volata. Ormai ho una routine qua, fatta di settimane di (duro) lavoro, di scuola alla sera e di weekend free. Anche se questa settimana ho lavorato sabato sera. :(<br />
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Anyway... È stato un weekend davvero bello.<br />
Qua a Toronto, con tutta la neve è il freddo che c'è, che cosa si potevano inventare se non un Ice Festival?? Quest'anno è stato il decimo anniverario.<br />
Sabato sono andata con Natalyia, my classmate from Russia, a visitare questo Ice Festival. Statue piazzate in giro per il quartiere dove vivo e una piazza che era il vero fulcro della festa: musica, banchetti con cibo e bevande, addirittura facevano un ghiacciolo al caffè al momento direttamente sulla neve! Favoloso!!<br />
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Dopo aver gironzolato per il Festival eravamo affamate, per cui, un bel Sushi All You Can Eat non ce lo ha levato nessuno!! Evviva noi!!
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Abbiamo parlato un sacco, ed è strano condividere cose con una persona che fondamentalmente non conosci, ma che ti capisce, perché anche lei è qua da sola, lontana dai suoi affetti, dai suoi amici e dalla sua famiglia. È strano come si crei gruppo in queste situazioni! Ma è bello trovare queste persone perché diventano il tuo porto sicuro, la tua ancora di salvezza. Infondo, stiamo tutti vivendo le stesse difficoltà, di adattamento, scontrandoci con una nuova cultura, una nuova lingua, siamo, insomma, tutti sulla stessa barca ;)
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Domenica sono andata al mall: Yorkdale Shopping Centre. Un centro commerciale in Toronto. Ovviamente, nemmeno a dirlo, enorme. All'interno c'è il più grande Apple Store del Canada, e credo che sia uno dei pochi a "vantare" la presenza di American girls, famosissimo negozio americano di bambole. Si, di bambole. Avete capito bene. Ma queste bambole non sono semplici bambole, bensì very vip! Chi si è inventati questo business è un genio: la bambina entra, ci sono bambole di tutti i colori, razze, tipi di capelli, per cui la bambola assomiglierà in modo incredibile alla giovane proprietaria, e la fortunata può comprarsi, all'interno degli store gli stessi vestiti ed accessori della sua bambola.
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Non contenti, si sono inventati un servizio per ogni bisogno della bambola: ospedale, se la bambola ha qualche problema, dentista, stilista, ed ovviamente come poteva mancare il salone di bellezza??
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E le bambine sono delle vere addicted di questa bambola! E così i genitori spendono centinaia e centinaia di dollari per assecondare queste bambine.
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So, il pomeriggio mi sono vista con Kumiko, my classmmate from Japan. E siccome anche lei voleva andare al festival sono ritornata ;)
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Dopodiché siamo andate da Tim Horton a bere un caffè, e li ha incontrato un suo amico Giapponese che era insieme ad un ragazzo Messicano. Ancora mi fa strano incontrare così tante persone da così tante parti del mondo. Eppure è favoloso, impari sempre cose nuove, perché poi tra "disperati" ci si parla e ci si aiuta ;) E così abbiamo passato il pomeriggio a chiacchierare con questo messicano mai visto prima di un mucchio di cose ;)
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Poi io e Kumiko abbiamo preso la metro ed abbiamo raggiunto due sue co-worker, e insieme siamo andate a mangiare Ethiopian food. Due giapponesi, una koreana, ed un'italiana a mangiare Etiope! It's very fanny!!
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A parte che il cibo etiope, che non avevo mai provato, è davvero buono!
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Ho bevuto la(le) mia(mie) prima(prime) Canadian(s)
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Ho ascoltato dell'ottima Jazz Music (eravamo lì perché un customer di Kumiko e delle sue co-worker suonava)
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Ed ho capito che ammiro un sacco i giapponesi, i coreani ed i cinesi perché la loro lingua è davvero troppo difficile.
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Il tutto per 18$ tasse incluse a testa. Circa 13€.
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Ma veniamo alle cose interessanti ;) capitolo inglese. Uscire con persone reali con cui mi posso relazionare solo in inglese mi sta dando quella spinta che mi serviva ;) Ho passato due giornate con persone non italiane, che di italiano non conoscono nemmeno l'esatta collocazione nel mondo, e con cui per forza di cose ho dovuto parlare inglese.
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Gli strafalcioni ci sono, eh, non crediate che io ne sia immune. Ho continuato a ripetere infervorata che la "pizza pepperoni", davvero famosa in questa parte dell'Oceano(una pizza al salame piccante in sostanza) in Italia non esiste. La pizza pepperoni non esiste, o meglio, esiste ma si chiama in un altro modo, e comunue noi ne preferiamo altre, come, per esempio, quella con su il Jam. E loro che mi guardavano disgustate. "Ma come? La pizza con il Jam?? Ma è buona?" Ed io che continuavo a ripetere che si, era buonissima. Poi per fortuna mi sono accorta che volevo dire Ham e non Jam. E li si sono anche un po' tranquillizzate sulla sanità mentale di noi italiani. Ahahahaha.
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Sempre legato all'inglese, mi sono accorta che la mia mente sta cancellando cose. Che non mi ricordo ad esempio canzoncine (volevo cantare alle giapponesi la canzoncina che dice "Sayonara", ma zero, non mi veniva in mente,e non mi viene in mente nemmeno ora eh), non mi ricordo nomi (alla russa volevo dire che Carolina Kostner è una famose pattinatrice italiana, secondo voi mi sono ricordata il nome?!?). E ovviamente faccio una fatica bestiale a tradurre parole dall'inglese all'italiano. Per esempio, prima ho scritto "customer" e "co-worker" perché non mi ricordo assolutamente come si dicono queste parole in italiano. So benissimo che le conosco come parole, ma al momento non mi vengono, e sinceramente poco mi importa. So benissimo il loro significato e questo mi basta. Sarà un po' dura al ritorno non infilarci ogni tanto una parola in inglese nelle frasi perché non mi vengono in italiano, ma non è il momento di preoccuparmene ora ;)
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Mi rendo conto che leggere in inglese non mi crea più così tanta fatica come anche solo un mese fa, che tranquillamente leggo e capisco il 60-70% delle parole. Per quelle che non capisco perfettamente c'è il "senso della frase" per cui sono a posto ;)
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Capisco le persone quando mi parlano, a meno che non abbiano un accento pessimo o non mi parlino a duemila all'ora. Ed onestamente qua sono quasi tutti senza accento e parlano molto lentamente. O comunque, il giusto. A parte Laura -.- che quando parte a parlarmi in inglese lo fa alla velocità della luce -.-
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Insomma, va tutto alla grande ;)
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Scoperte della settimana:
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I giapponesi, i coreani ed i cinesi sono diversi. Io che ho sempre sostenuto che sono tutti uguali mi sto ricredendo.
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In alcune parti del Giappone mangiano le orche. Ed è una cosa normale. In Corea mangiano molto piccante.
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In Giappone non esiste il California Roll. Per me che lo adoro è stato uno shock scoprirlo. É un po come la pizza pepperoni o le fettuccini(scritto e pronunciato proprio fettuccini) Alfredo. Una cosa che qua spacciano per very italian food ma che se lo metti in tavola ad un'italiano come minimo te lo spara in faccia! Effettivamente però con California roll potevo arrivarci eh!
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E per il ciclo "sono avanti questi americani"
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Ora capisco come non si tirino addosso litri di caffè mentre camminano!
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P.S. So benissimo che l'Italiano è andato a farsi benedire è che probabilmente la sintassi è finita nel dimenticatoio. Scusatemi, ma dicono che sia normale quando si è immersi completamente in una nuova lingua;)Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3575190496073357726.post-77104472494917582852015-02-15T12:47:00.001-08:002015-02-15T13:39:22.740-08:00Ci sono...<a href="http://3.bp.blogspot.com/-CKXY5HEctbw/VOEEOHqDgAI/AAAAAAAAAco/JQWRWpcexWE/s1600/15%2B-%2B5" imageanchor="1"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-CKXY5HEctbw/VOEEOHqDgAI/AAAAAAAAAco/JQWRWpcexWE/s320/15%2B-%2B5" /></a><br />
<a href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3575190496073357726">
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...un brasiliano, una lettone, un indiano, una giapponese, un iraniano ed un'italiana. Potrebbe sembrare l'inizio di una barzelletta, invece è solo quello che è successo ieri sera. L'incontro tra persone totalmente diverse, provenienti da paesi totalmente diversi, e appartenenti a culture totalmente diverse. E credo che solo a Toronto, a mangiare fish and chips in un pub inglese, potessi trovare un iraniano che parla italiano perché ha studiato a Milano al Politecnico, ed ha vissuto 9 anni in Italia, prima studiando e poi lavorando.
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Serata davvero piacevole, passata a chiacchierare e a conoscerci, passata a "studiarci", cercando di capire qualcosa in più su di noi, sulle nostre culture. Credo che solo qua io potessi trovarmi a discutere di Buddhismo con una giapponese :)
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Serata passata a brindare con boccali di birra al grido di "Happy Valentine's day", perché qua San Valentino è una cosa seria, si festeggia ogni tipo di amore: amore per i tuoi familiari, amore per gli amici, amore per i fidanzati/mariti/mogli. Non è una festa solo per "gli innamorati", come la intendiamo noi. Ma è proprio la festa dell'amore in tutte le sue forme! E così i bambini tornano da scuola con buste piene di "Valentine's card" da parte dei compagni ;)
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È freddo! Questi sono i giorni più freddi dell'anno. Come noi abbiamo i "giorni della merla", qua hanno questi giorni in cui è freddissimo. Ieri sera c'era un vento che ho avuto paura di essere spazzata via! E dire che ce ne vuole a spazzarmi via!!! Ecco: questo è il freddo che non mi piace e che credo non riuscirei a sopportare, ma una manciata di giorni all'anno sono ancora gestibili!!
Credevo che l'affermazione "mi si stanno gelando anche i peli del naso" fosse, appunto, solo un'esclamazione! Qua sto imparando che può succedere!!
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Questa settimana è stata davvero dura lavorativamente parlando. Ho lavorato tutti i giorni un minimo di 9 ore, e sono arrivata al weekend davvero a pezzi! Anche perché Caterina, la grande, mi sta davvero mettendo a dura prova. Sta cercando in tutti i modi di capire quale sia il limite, cercando di portarmi all'esasperazione, ma io ho deciso che non risponderò alle sue provocazioni, ignorandola quando ha i suoi momenti di sfida nei miei confronti e premiandola quando invece è tranquilla e collaborativa. Questo è quello che vogliono i suoi genitori, e questo è quello che farò. I figli non sono miei, per cui non mi interessa più di tanto come vengono cresciuti, saranno loro a fare i conti con lei quando avrà 15 anni, e magari si renderanno conto che, forse, qualche divieto in più sarebbe stato utile.
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Venerdì pomeriggio, visto che erano tutti a casa, dovevamo andare al museo, il ROM, qua vicino a casa, ma quando siamo arrivati nel parcheggio una signora che lavora al museo ci ha detto che, a causa del freddo, era saltata la luce e quindi stavano facendo uscire tutti. Il Canada è anche questo. O meglio, Toronto è anche questo. Ieri sera mentre mi stavo preparando per uscire è saltata la luce anche a casa, solo per 5 minuti, ma il freddo è proprio impressionante a volte.
Per cui poi venerdì alla fine siamo andati al Ontario Science Museum, dove ero andata un me setto fa con il nonno e i due bambini grandi. Appena capisco come arrivarci da sola credo che andrò a visitarlo con tranquillità un sabato o una domenica, perché merita davvero, è un museo molto interattivo ;)
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Domenica scorsa sono andata a cena da Catherine, e mi ha cucinato indiano. Catherine è una ragazza dai tratti asiatici, infatti pensavo fosse cinese. Ma quando le ho chiesto come avesse imparato a cucinare indiano la sua risposta è stata "i'm from India". WHAAAAAAT?? I suoi genitori sono emigrati in India e lei è nata in India. Una cinese indiana, o un'indiana cinese. È fantastico conoscere persone nuove, perché ci sono un sacco di storie interessanti dietro ogni persona. Dopo cena abbiamo guardato una puntata di Sherlock su Netfix, un servizio tipo Sky, per dire, ma solo per film, ecco. Ho Benedetto i sottotitoli perché altrimenti non avrei capito nulla! Innanzitutto è British English, e già questo è diverso da tutto quello che ascolto qua, ma poi parlano too fast!
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Al momento sono alla caffetteria della library aspettando che apra, e di fronte a me ho un giapponese che si sta addormentando sui suoi appunti!! Ciondola da una parte all'altra e ho paura che tra poco lo ritroviamo per terra!!
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Domani qua è Family Day, per cui è festa. Io mi sa che andrò al museo dell'hockey con Kumiko, la ragazza giapponese. Almeno facciamo qualcosa insieme ;)
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Stamattina pensavo che è la prima volta che sto lontana da casa per così tanto tempo. A Massa sono stata solo un mese, e comunque sono tornata due volte a casa per le trasferte, seppur per pochissime ore. È difficile, non nego che ci siano momenti di malinconia, e di voglia di un abbraccio, e di riuscire a spiegarmi senza dover trovare il modo di farmi capire, senza star li a pensare come dire le cose, senza dover avere la costante attenzione per quello che mi dicono. Qua ci sono giorni in cui torno a casa distrutta solo per essere andata a farmi un giro al mall. Perché l'attenzione è sempre massima, per capire cosa mi dicono, per farmi capire, per spiegarmi.
Ma sono solo momenti, perché qua sto bene. Sto davvero bene e credo di aver trovato il mio posto nel mondo. Un posto fatto di gentilezza, di voglia di aiutare il prossimo, di attenzione verso il diverso. Sicuramente ci saranno anche qua gli stronzi, non lo nego, e sicuramente ne incontrerò, ma l'impressione che mi sono fatta, e quello che tutti mi dicono, è che qua lo stronzo è l'eccezione, non la regola. Qua non fanno di tutto per incularti, ma si fanno in quattro per aiutarti, senza nulla in cambio. Ed è davvero bello sentirsi parte di una comunità basata su questi principi.
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Ieri ho avuto la mia prima esperienza con il servizio clienti. Il mio I-Pad aveva problemi, in pratica avevo metà schermo che vibrava. Solo metà schermo. Mai caduto, mai preso colpi, così, dal nulla, una sera metà schermo ha deciso di voler iniziare a ballare. Vado all'Apple Store, senza appuntamento, e in mezz'ora avevo il mio nuovo I-Pad in mano. Senza troppe domande, senza voler lo scontrino, né la scatola. Queste sono sicuramente cose che fanno parte di tutti gli Apple Store, non essendo azienda italiana, ma l'unica volta che per il mio I-Phone in Italia avevo bisogno di assistenza ho dovuto per forza prendere l'appuntamento nonostante io fossi in negozio. E sono andata di sabato pomeriggio, a negozio strapieno. Mi hanno detto di aspettare, e dopo nemmeno 10 minuti avevo un simpatico indiano-commesso a servirmi ;) facile, semplice, veloce.
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Sempre ieri, sono entrata in un negozio dove vendono vestiti e accessori di cartoni animati, manga, fumetti. Siccome il vestitino da Grifondoro mi sembrava eccessivo sono uscita da lì con un set completo di calzini di The Lion King. Bel compromesso, insomma!
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E per concludere, per la serie "pensavo di avere un nome comune E di saperlo pronunciare bene", settimana scorsa da Starbucks, prendo un caffè(ebbene si, mi sono convertita al caffè americano, con i giusti accorgimenti è persino buono), "What's your name?" "Sara, Without h". Quando mi chiamano ho dei dubbi sul rispondere o no, ma ero l'unica ad aspettare, per cui non è che potessero esserci troppi dubbi.
Volevo ridere ma poi non avrei saputo come spiegare alla gentile donzella che mi ha servita il perché della mia risata, ma con il bicchiere tra le mani una sonora risata tra me e me me la sono fatta! ma la domanda che mi è sorta spontanea è stata: ma l'h, in Salam, dove l'avrebbe messa??
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Ah, un'altra domanda che mi affligge, ma i piccioni, qua, parlano inglese? È per quello che quando dico "via, vai via" non si spostano di un centimetro?!?
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E con questi dubbi esistenziali, vi saluto!
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See you guys!!Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3575190496073357726.post-37086602091770935992015-02-08T21:16:00.000-08:002015-02-08T21:22:47.826-08:00 Perché chi si ferma ha più vita, ma chi va ha più strade. (Francisco Gálvez)Alla fine ho deciso di tenere un blog. Troppo casino scrivere una mail ed inoltrarla a tutti, perchè comunque non è sempre detto che quello che scrivo ad una persona per Whatsapp sia uguale a quello che scrivo ad un'altra, e quindi magari si perdono dei pezzi... Per cui, eccomi qua.<br />
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Cercherò di aggiornare almeno una volta alla settimana, spero di riuscirci e di non farmi inglobare dagli eventi (e soprattutto, dalla pigrizia).<br />
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Oggi è esattamente un mese che sono atterrata nella terra degli aceri e degli orsi. Un mese... E se da una parte mi sembra ieri che ho salutato "la delegazione dei saluti" all'entrata in aeroporto, dall'altra mi sembra passato un secolo da che sono atterrata qua.<br />
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Le giornate scorrono sempre troppo veloci. È come re-imparare a vivere. Anche solo entrare in un supermercato per comprare del latte è un'esperienza: in cartone, in busta (si, qua usano il latte in busta), al 2% di grassi, al 5%, half milk and half cream, intero, pastorizzato, parzialmente scremato... Giá in Italia la scelta tra intero-scremato-parzialmente scremato mi mandava in panico! Qua c'è da studiare "Milkologia" prima di comprare un litro di latte (che poi... Un litro... Partono dal minimo di due litri, per arrivare a quei mega contenitori di plastica che si vedono nei film). E per rimanere in tema latte, mi son sempre chiesta, guardando i Simpson, perché in mensa, durante il Lunch Break, bevessero del latte durante il pranzo. Qua è davvero così i bambini bevono il latte durante i pasti. Immaginatevi di mangiare delle buonissime polpette al sugo, o un petto di pollo, e di accompagnare tutto con il latte! Strane strane abitudini alimentari!!!<br />
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Hanno un sacco di scelta, per farvi capire, questa foto è di un Shoppers Drug Mart stores, banalmente la nostra farmacia, che però fa anche da minisupermercatino, con prodotti per l'igiene, la pulizia, qualche biscotto, patatine, drink, giornali...<br />
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-WVFW1FN7imc/VNfmgpzPXdI/AAAAAAAAAHs/CIBz5aiKk1U/s1600/image.jpg" imageanchor="1"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-WVFW1FN7imc/VNfmgpzPXdI/AAAAAAAAAHs/CIBz5aiKk1U/s320/image.jpg" /></a><br />
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Ed è solo la parte riservata ai cerotti per bambini. Perchè poi ci sono i cerotti normali, in mille formati e mille versioni e mille marche, i cerotti per le vesciche, di tutte le forme, colori, e dimensioni. È così per tutto! E immaginatevi cosa si può trovare in un supermercato, un mall.<br />
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E poi qua è tutto graaaaande! Il tubetto del dentifricio? Scordatevi il formato italiano, da quanto?? 70ml?? Mi ricordo che l'ho portato nel bagaglio a mano quando sono andata a Londra per cui non poteva superare i 100ml. Qua è tipo da 170 ml. Mi prende praticamente tutta la mano in lunghezza e mi arriva fin dopo il polso!! Per comprarmi dei cotton fioc che non fossero in quantità industriale (dai 3000 pezzi in su), sono dovuta andare nel reparto dei viaggi. Dove finalmente trovi confezioni di dimensioni umane.<br />
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E vogliamo parlare delle quantitá?? Trovare una quantitá precisa è una rarità!<br />
Esempio:<br />
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-gheyO2RsVhA/VNf3e_9cFtI/AAAAAAAAAV4/geMaCq7hMPA/s1600/15%2B-%2B1" imageanchor="1" ><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-gheyO2RsVhA/VNf3e_9cFtI/AAAAAAAAAV4/geMaCq7hMPA/s320/15%2B-%2B1" /></a><br />
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E così anche per le mie adorate M&M's..
Mi spiegate perché 243 g? E non 250? No, perché io mica lo capisco! Infilare un paio di M&M's in più costava troppa fatica? Che poi per la mia mente malata questi numeri messi a caso mi danno un fastidio, ma un fastidio, che entrare in un supermercato senza portarmi una penna per correggere tutti i numeri è davvero difficile! Non posso assicurare che prima che io ritorni non lo faccia. Così posso anche raccontarvi aneddoti sui manicomi canadesi!! <br />
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Sempre parlando di queste M&M's, sappiate che sono la mia nuova droga. Quando tornerò in Italia mi porterò una valigia solo di queste M&M's. Peanut butter... Io ti amo!<br />
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Finalmente dopo 12 giorni ininterrotti di lavoro, ieri e oggi ho riposato. Ieri ho studiato, sono andata in piscina ed in sauna, ho sistemato la mia camera, ho fatto un giro in mezzo alla neve. Oggi sono andata in palestra, ho studiato un pochino, ho sentito mio papá su Skype, e stasera vado a casa di Catherine a mangiare: mi prepara Indian Food, Paolo e Laura mi hanno assicurato che è molto brava a cucinare indiano! In teoria dovevamo andare al cinema a vedere Imitation Game, non chiedetemi che film sia in italiano e se sia già uscito perché non so assolutamente cosa sia, ma alla fine lo spettacolo era troppo presto e Catherine aveva un "unforeseen appointment", per cui, change the plans! <br />
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So, questa è stata la settimana del mio compleanno. È stato davvero difficile essere così lontana da casa, nonostante la tecnologia ormai aiuta tantissimo, un abbraccio e un bacio a volte sono proprio necessari. Mi siete mancati, avrei voluto essere con voi, ma, come ho già scritto, è sicuramente la scelta giusta per me, per cui non sono dispiaciuta per non averlo passato li con voi, sono solo triste perché vi avrei voluti tutti qua :) c'è una leggera differenza nelle due affermazioni, e forse è anche difficile da farlo capire.<br />
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Mercoledì c'è stata una festicciola per me in casa, durante la cena. La nonna mi ha fatto una torta ed è venuta anche Catherine a mangiare. È stato piacevole, ma il pensiero che se fossi stata in Italia sarei stata quasi certamente al libra con in mano una birra non mi ha abbandonata per tutta la sera <br />
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E questi i regali:<br />
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Da Caterina e Giacomo due disegni (indovinate qual è quello di Giacomo?), da Paolo e Laura una sciarpa e dei guanti di cachemire, da nonna un mazzo di fiori e da Catherine la tazza con la mia iniziale ed un infuso. Sono stati tanto carini ;)<br />
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Venerdì c'è stata anche la festa di compleanno di Giacomo, che è stato settimana scorsa. Questo bambino ha avuto più feste di me quando ho fatto 18 anni<br />
So, anche nel festeggiare questi americani sono matti: presente le festicciole in casa, tutti intorno ad un tavolo, qualche gioco inventato, per i più audaci una pignatta? Oppure una saletta affittata, di quelle spoglie, che se non ci metti dei festoni più che una sala per una festa sembra una classe di scuola?? Ecco, scordatevele! Qua festeggiano quasi mai in casa, ci sono posti con i gonfiabili, o posti tipo ludoteche, o, come un amichetto di Caterina, li portano tutti a vedere partite di Hockey. La festa di Giacomo è stata organizzata nella sala del condo dove viviamo. Si chiama "Recreation room". Entri e ti viene da piangere. I pochi palazzi fortunati ad avere una saletta a semidisposizione per delle feste, in Italia, hanno salette spoglie, con quelle fantastiche luci al neon. Qua una sala con un tavolo da 16 persone, un salottino con una tv grande quanto una parete, fuoco finto, cucina superaccessoriata (con tanto di forno, forno a microonde, lavastoviglie).<br />
E poi arrivano i bambini. Orario di inizio festa: 11.45 am, orario di fine 1.30 pm. Si, perché qua le feste hanno un orario di inizio ed uno di fine. Non esiste che tu ti fermi di più di quello che c'è scritto sull'invito. E solitamente, se non specificato diversamente, tu accompagni tuo figlio al l'orario indicato e te lo vai a riprendere al l'orario di fine festa. Stop. È così e basta.<br />
Ed è tutta una corsa contro il tempo.Il tema della festa erano i supereroi, l'orario era quello del pranzo, e quindi questi bambini hanno anche mangiato. La festa si é sviluppata così: arrivo dei bambini, che sceglievano il loro "superheroes kit", formato da una mascherina in feltro, dei polsini in feltro, ed un piatto che fungeva da scudo. Dopodiché decorazione di questo kit: a disposizione stelline di ogni forma e colore, cuori per le bambine, palline, fulmini di flash... Poi pranzo tutti a tavola. Poi il gioco di attaccare l'emblem (come si chiama in italiano??) di Batman su un Batman formato gigante attaccato al muro. Poi gioco delle scatole, prendere a pugni le scatole da cui uscivano fuori caramelle e premi. Poi torta. Poi, come le chiama la nonna, le bomboniere per gli invitati, perché qua si usa dare un pensierino a tutti gli invitati.<br />
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Tutto questo in un'ora e quarantacinque minuti. Lo ripeto: un'ora e quarantacinque minuti! Sono folli!!!<br />
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Non vi sembra che manchi qualcosa? Quel bel momento in cui il festeggiato apre i regali, ad uno ad uno, e ringrazia chi ha fatto il regalo, qua non esiste. I regali vengono aperti in separata sede, e guai a perdere il bigliettino di accompagnamento perché poi non sai a chi mandare la cartolina di ringraziamento <br />
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Passiamo alla scuola. Mi piace un sacco, mi piacciono i miei classmate ;) siamo due giapponesi, una russa, un brasiliano e me ;) Kumiko, la ragazza giapponese, ha avuto l'ultima lezione giovedì e mi dispiace ;( chissà se arriverà qualche new entry!<br />
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Quello con la camicia è l'insegnate. É un personaggio, dovreste vederlo <br />
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Intanto stiamo organizzando di vederci sabato tutti insieme per una cena è una birra <br />
Sta forse forse iniziando la mia vita sociale? Evvai!<br />
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Qua incontri un sacco di persone con storie interessanti, che provengono da tutto il mondo, con la loro storia, la loro cultura, il loro essere persone. È incredibile. Lo sappiamo tutti, ovvio, che ci sono altri posti, che il mondo è grande, ma viverlo, vi assicuro, è tutta un'altra cosa. Non c'è il giusto o lo sbagliato, c'è il diverso. E ti rendi conto di quante cose diverse ci siano al mondo.<br />
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Non so, forse a qualcuno sembrerà presto per dirlo, ma sono già cambiata. Non sono la stessa Sara che è partita da Malpensa un mese fa. Sono una Sara più libera dai preconcetti, sono una Sara che si sta adattando a questo pazzo popolo tanto che sono in biblioteca e mi sono tolta le scarpe e qua nessuno mi guarda male, anzi. È tutto normale. Come è normale uscire in mezzo alla neve e vedere persone andare in giro con quelle che noi potremmo al massimo usare come babbucce per casa, o che "sotto la giacca niente" nonostante i -10 gradi perenni che ci sono.<br />
Sto amando il fatto che qua sia tutto basato sulla fiducia. Lasciano a te la scelta di sbagliare o meno, ma se sbagli sei fuori, e lo sei per davvero. Qua puoi lasciare le tue cose incustodite e ritrovarle ancora al loro posto quando torni, nessuno tocca niente che non è suo. Nemmeno gli homeless, che sono davvero tanti (ma Kumiko mi ha raccontato che uno dei motivi per cui è andata via da Vancouver è che c'erano ancora più homeless che a Toronto), toccano nulla. Al massimo ti chiedono di lasciargli un po' di caffè caldo da Starbucks, ma non toccano le tue cose.<br />
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Gli homeless. Dicevo che sono tanti. Ed io non posso nemmeno pensare a cosa possa essere dormire fuori con questo freddo. Non dico che essere un senzatetto a Milano, Roma o Napoli sia bello, ma certo è che esserlo qua a Toronto è ancora peggio, perché ti mette davanti a una vita di freddo perenne. Vedi queste persone, anche giovani a volte, seduti sui loro saccapeli in mezzo alla neve, e ti viene da pensare che proprio lì, nel quartiere dove vivo e dove "vivono" questi homeless, si vede il paradosso di questa società moderna. Gli homeless seduti su un saccoapelo, per strada, al freddo. Tutti gli altri in condo con piscina, sauna e Recreation Room. È pazzesco se ci si pensa.<br />
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Ora vi saluto, fatemi sapere come state voi, perché tutti mi chiedono di me, ma anche io vorrei sapere di voi, perché mi sembra di perdermi un pezzo della vostra vita stando da questa parte dell'emisfero ;)<br />
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Vi abbraccio e vi bacio tutti.<br />
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Mancate tanto guys!!Unknownnoreply@blogger.com0